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Riso ai bruscandoli: un piatto ricco, gustoso e facile da preparare. Ecco la ricetta perfetta

 

Mai sentito parlare di riso ai bruscandoli? I bruscandoli sono i germogli del luppolo selvatico, spesso conosciuti con il nome di asparagina selvatica perché assomigliano a degli asparagi selvatici. Vengono raccolti in primavera, tra marzo e maggio in riva ai fiumi, in mezzo ai rovi e alle siepi. Sono i germogli del luppolo, conosciuto solitamente perché impiegato per fare la birra, ma in realtà veniva impiegato fin dai tempi antichi, nella medicina cinese, come rimedio digestivo e per il trattamento di dissenteria e varie affezioni intestinali. Oggi con questa ricca pianta ci prepariamo il riso. La ricetta è tratta da un libro che vi consigliamo: LA CUCINA VICENTINA. Partiamo dagli ingredienti (5 persone): – 300 g di riso violone nano – 1 l di brodo di carne mista – 2 scalogni – 2 cucchiai di olio di olive – 300 g di bruscandoli (luppoli) di siepe – 60 g di burro – prezzemolo o dragoncello – sala e pepe. (Continua a leggere dopo la foto)


Preparazione: tritare grossolanamente i bruscandoli, molto finemente gli scalogni e fare soffriggere per almeno 10 minuti in una pentola con olio e metà del burro. Salare e aggiungere il riso, mescolando bene. Iniziare a versare il brodo ben caldo, senza mai smettere di mescolare. Portate il riso a giusta cottura, conservandolo “all’onda”, cioè non troppo asciutto. Togliere la pentola dal fuoco, aggiungere l’altra metà del burro, il prezzemolo ben tritato e il pepe. Servire direttamente dalla pentola oppure su un piatto da portata. (Continua a leggere dopo le foto) 

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LA CUCINA VICENTINA di Giovanni Capnist e Anna Capnist: Quando si pensa alla cucina vicentina, sorge spontanea l’associazione con il «baccalà» (stoccafisso nelle altre regioni). Un piatto gustoso, dal sapore inconfondibile, che ha fatto «storia». Ma la tradizione culinaria vicentina non è, ovviamente, solo questo: sono poche anzi le province italiane che possono vantare una così grande varietà di prodotti tipici e specialità. Pensiamo, solo per citare alcune di queste prelibatezze, alla sopressa piuttosto che al prosciutto, ai formaggi e al burro dell’altopiano di Asiago, alla polenta, ai piselli di Lumignano, alle ciliegie di Marostica, alle erbe spontanee, all’olio di Nanto, al tartufo, al vino.

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