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Caselli contro la Guzzanti: “Il suo film è offensivo. Sviste e omissioni”

“Gentile direttore La Trattativa di Sabina Guzzanti contiene sviste e omissioni. È un film offensivo”. Giancarlo Caselli ha scritto al Fatto Quotidiano per dire la sua sul film presentato a Venezia. Il magistrato, dopo le stragi mafiose del 1992, chiese di essere trasferito da Torino a Palermo. La città sconvolta dagli Omicidi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Scrive Caselli: “Raccontare con tecnica da “cabaret” la pagina grave e oscura della mancata sorveglianza (certamente non addebitabile alla procura) e della conseguentemancata perquisizione del ‘covo’ di Riina è offensivo e non può cancellare né far dimenticare gli importanti positivi risultati ottenuti in quei 7 anni di duro e pericoloso lavoro dagli Uffici giudiziari palermitani, in stretta collaborazione con le forze di Polizia In quegli anni sono stati eseguiti arresti, processi e condanne. Gli ergastoli furono 650. I processi furono anche quelli contro “eccellenti” collusi. Come Andreotti e Dell’Utri. Risultati, questi, che hanno “salvato la democrazia dalle stragi di mafia”. Basta ricordare le parole di Nino Caponnetto al funerale di Borsellino: ‘È tutto finito. Non c’è più niente da fare’. Non tenere conto di questo incontestaile dato di fatto, limitandosi a un piglio di dileggio gratuito equivale a rendere un pessimo servizio alla rigorosa e completa ricostruzione di quanto realmente accaduto che l’autrice del film ritiene essere rigorosa e completa”.



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