La Russia di Vladimir Putin e l’Ucraina di Volodymyr Zelensky continuano a parlarsi. Nella mattina di oggi sono andati in scena nuovi negoziati che continueranno domani. A raccontare cosa sta succedendo è il consigliere della presidenza ucraina, Mykhailo Podolyak. “Le due parti esprimono attivamente le proprie specifiche posizioni: le comunicazioni vengono mantenute in piedi, ma è difficile. Alla base della discordia ci sono i sistemi politici troppo diversi. L’Ucraina è per la libertà di dialogo all’interno della società e del consenso, la Russia invece soffoca la propria società con degli ultimatum”.
Necessario, sottolinea, ”un dialogo libero”. “Pace, un cessate il fuoco immediato e il ritiro di tutte le truppe russe. E solo dopo questo possiamo parlare di relazioni regionali e di differenze politiche”, ha scritto ancora Podolyak che ha ribadito la posizione di Kiev secondo cui i suoi negoziatori si rifiuteranno di iniziare a discutere la forma delle relazioni future con la Russia fino a quando Mosca e Vladimir Putin non accetteranno prima un immediato cessate il fuoco.

Vladimir Putin che potrebbe presto mettere in campo un nuovo strumento di pressione contro l’Unione Europea. A raccontare tutto è Repubblica cha parla di un’espressione, “la doppia morsa”, che tiene in allarme in questi giorni i nostri servizi di intelligence e i tecnici del ministero degli Interni che si occupano di migranti. Di che cosa si tratta? Lo spiega sempre il quotidiano.

“La “doppia morsa” è quella degli oltre 700mila migranti che nel giro di poche settimane potrebbero arrivare nel nostro Paese. Dall’Ucraina, principalmente. Dalla Moldavia e dalla Georgia, nazioni spaventate dall’offensiva di Vladimir Putin e che non a caso in questi giorni chiedono di aderire alla Ue. Ma anche dalla Libia, dove Putin – dicono le nostre fonti di intelligence – è in grado di fare partire verso l’Europa 30mila persone nel giro di poche settimane”.

“Una mossa – si legge ancora su Repubblica – che, seppur assolutamente gestibile nei numeri, servirebbe ad alzare il livello di pressione politica interna. E a cercare una sponda nei partiti sovranisti da sempre sensibili al fascino della Russia di Vladimir Putin e disponibili a cavalcare il tema dell’immigrazione. Il governo conosce questi rischi. E non ha alcuna intenzione di farsi trovare impreparato. Un piano per un’ventuale emergenza sarebbe già allo studio”.
di Cristina La Bella