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“Per Putin si mette male”. Ucraina, la scoperta delle ultime ore: “È il momento peggiore”

putin isolato guerra ucraina

Sono giorni sempre più tesi sul fronte della guerra russo-ucraina. Le notizie si susseguono e, accanto purtroppo al numero di morti e feriti che aumenta, il pubblico europeo che assiste più o meno inerme alle trattative sul piano diplomatico. E anche a ciò che sta succedendo a livello geopolitico riguardo alle alleanze che ruotano attorno all’asse della Nato. Le ultime parlano di un Vladimir Putin “ostaggio dei suoi stessi errori di valutazione”. Ma la voce arriva dagli Usa e a parlare stavolta è il direttore della Cia William Burns.

Ormai è chiaro a tutti. L’escalation di febbraio scorso del conflitto iniziato nel 2014 con l’annessione forzata dei territori ucraini ha portato a una nuova fase dei rapporti tra gli Stati mondiali. In sostanza c’è una nuova Guerra Fredda. E, anche se rispetto agli anni del secondo dopoguerra sulla scena mondiale ha fatto prepotente irruzione la Cina, gli Usa continuano a giocare un ruolo chiave per gli equilibri. Non è un caso che da alcuni giorni tiene banco il botta e risposta proprio tra i due vecchi nemici…

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Sono passati oltre sessanta anni dalla nota crisi dei missili a Cuba. Per chi non la rammentasse si trattò di uno dei momenti più difficili della Guerra Fredda in cui il rischio di una guerra atomica fu più concreto che mai. L’allora leader sovietico Nikita Chruščёv reagì al fallito tentativo americano di invasione della Baia dei Porci accettando la richiesta di Cuba di posizionare missili nucleari sull’isola come deterrente. Oggi, invece, assistiamo ad un tipo di guerra completamente diverso. Ma i missili giocano sempre un ruolo fondamentale.

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Nelle prime ore del conflitto la Russia ha distrutto le forze aeree ucraine. Ma la risposta è stata forte e forse perfino inattesa da parte di Putin. Solitamente nelle guerre moderne ci si concentra prima di tutto sull’aviazione nemica attraverso i dispositivi radar e i centri comando. Poi c’è l’assalto con carri armati e blindati. A questo punto entra in gioco la fanteria, con la copertura a bassa quota di elicotteri e cacciabombardieri. Infine, completate le prime due fasi, arriva la conquista del il territorio e delle città.

Ma c’è un’altra battaglia ugualmente importante rispetto a quella sul campo. Ed è quella della propaganda combattuta a forza di dichiarazioni. Proprio nelle ultime ore sono arrivate quelle del direttore della CIA William Burns che ha parlato ad un’audizione alla commissione intelligence del Senato. “Putin non ha una via di uscita praticabile dalla guerra. Sta cercando di guadagnare tempo con queste finte trattative”. Sarebbe per questo motivo, ovvero il fatto di trovarsi in una sorta di gabbia creata da propri errori di tipo strategico e la coraggiosa risposta dei nemici, che Putin potrebbe reagire in modo ancor più violento di quanto fatto finora. Ecco lo spettro delle armi chimiche sul terreno. E poi chissà cos’altro.

Intanto Vladimir Putin ha incontrato il leader bielorusso Alexander Lukashenko e, citato dalla Tass, ha affermato: “Ci sono alcuni progressi nei colloqui russo-ucraini che si svolgono praticamente ogni giorno”. Il leader ucraino Volodymyr Zelensky, invece, ha affidato il suo messaggio ad un video su Telegram: “Abbiamo già raggiunto una svolta strategica. Siamo già sulla strada per la vittoria”. Ma le bombe continuano a cadere.

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