Orrore senza fine. La crisi irachena mette in mostra il peggio delle potenzialità di un conflitto interetnico. La storia delle ragazze cristiane nigeriane rapite dai fondamentalisti di Boko Haram si sta ripetendo anche in Iraq dove, nella zona di Mosul, centinaia di donne della minoranza yazidi e cristiane, sono da alcuni giorni nelle mani dei miliziani dell’Isis. Lì si era già parlato di case di cristiani marchiate e di fosse comuni con civili seppelliti ancora vivi. Secondo il portavoce del ministero dei diritti umani dell’Iraq le donne hanno meno di 35 anni e alcune vengono trattenute in alcune scuole di Mosul. Le ragazze sarebbero state «messe in vendita al mercato della città dopo essere state smistate nel campo di prigionia di Sinjar», città yazidi che nel frattempo è stata conquistata. Le fonti locali parlano di donne rapite velate integralmente, incatenate e minacciate da integralisti armati di spada e armi da fuoco.