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“Ormai Nancy è un guscio vuoto”, dice la madre. E i giudici la lasciano morire

“Mia figlia non è più mia figlia, ora lei è solamente un guscio”. Così Charlotte Fitzmaurice lo scorso agosto ha chiesto insieme al marito all’Alta corte Britannica di interrompere le cure alla figlia dodicenne Nancy. Le condizioni della bambina, nata cieca e affetta da idrocefalia, meningite e setticemia, negli ultimi tempi erano molto peggiorate, non aveva più alcuna autonomia, riceveva cibo, liquidi e medicinali tramite una cannula e, ha raccontato la madre, “urlava e si contorceva in agonia per 24 ore al giorno” (continua dopo la foto).



I giudici hanno accolto l’appello dei genitori, ritenendo che sospendere il trattamento era nell’interesse della famiglia e di Nancy, che è morta il 21 agosto. La decisione è storica, perché per la prima volta riguarda un minore in grado di respirare, non attaccato alle macchiine e non malato terminale e in questi giorni ha rinfocolato sui media inglesi il dibattito intorno all’eutanasia (continua dopo la foto).


“Anche se so che è la decisione giusta, non mi perdonerò mai – ha detto mamma Charlotte – Non dovrebbe essere una madre a dover decidere di far concludere la vita della figlia. Credo che gli ospedali e le famiglie dovrebbero poter decidere senza che le madri e i padri vadano in tribunale. Voglio che i genitori sappiano che è giusto volere che il proprio figlio sia in pace, che non significa amarlo di meno”

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