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La Jihad delle donne che si offrono (fisicamente) ai terroristi

Le donne del mondo arabo detestano gli usi che le vedono spesso vittime dei propri padri e mariti? Non è sempre così e lo dimostra uno strano fenomeno del quale si sta riparlando parallelamente ai combattimenti nel nord dell’Iraq. C’è una sorta di “Jihad del sesso”. Con la nascita del Califfato islamico alcune donne decidono di unirsi ai militanti dell’Isis, affascinate dal ruolo e dalla missione dei combattenti. Diventano loro spose o compagne. Qualcuno parla di prostituzione in chiave ideologica. I servizi segreti della Malesia hanno registrato alcuni movimenti di donne che, dal paese asiatico, sono partite per il fronte mediorientale, ma vi sarebbero casi di donne che lì sono arrivate anche da Australia e Regno Unito. Ma il principale motivo delle partenze è quello di offrire il proprio corpo per la causa della Jihad. Nel caso del conflitto civile siriano le autorità tunisine avevano parlato di donne arrivate in Siria per fornire supporto sessuale ai guerriglieri anti Assad: donne che, singolarmente, avrebbero reso servigi a decine di uomini. E mentre aumentano i blog di donne che si rivolgono ad altre donne invitandole ad abbracciare la Jihad, nasce la prima “agenzia matrimoniale” dedicata. Giorni fa la Reuters riferiva di un ufficio matrimoniale aperto ad al-Bab, nel nord della Siria. Il target? Giovani donne che vogliono sposare i jihadisti. Unioni che spesso avvengono online, in modo da permettere alle spose di viaggiare da sole verso il Medio oriente.



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