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Follia umana. Fa un selfie con la moglie incinta al settimo mese, poi la spinge dalla scogliera. Morta nell’impatto

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Una foto ricordo, sorridente, mentre accarezza il pancione. Uno sfondo da favola, quello del mare, immortalato dal marito con il suo smartphone. Sembrava una giornata come tante, trascorsa con l’amore della sua vita, in attesa dell’arrivo del loro primo figlio, ma così non è stato. Dopo aver scattato il selfie davanti al panorama mozzafiato della Valle delle Farfalle, a Fethiye, in Turchi, Hakan Aysal, 40 anni, ha spinto la moglie, Semra, di 32 anni, giù dalla scogliera.

Le ultime immagini della coppia scattate insieme li mostrano sorridenti sulla scogliera soleggiata, pochi istanti prima della tragedia. L’uomo, che continua a proclamarsi innocente e che la morte della moglie e del figlio che portava in grembo (era incinta di 7 mesi) è accusato di omicidio. I fatti risalgono al 2018 ma ora sono emersi nuovi dettagli sull’omicidio della donna e pare che il marito abbia voluto ucciderla per prendere i soldi dell’assicurazione sulla vita. (Continua a leggere dopo la foto)


Secondo i pubblici ministeri Aysal ha pianificato l’omicidio per incassare l’assicurazione personale contro gli infortuni che aveva stipulato per conto della moglie prima della sua morte per la quale “l’unico beneficiario era lui stesso”.
I pubblici ministeri hanno affermato che l’unico motivo per cui la coppia è rimasta seduta in cima alla scogliera per tre ore era per assicurarsi che nessuno vedesse l’uomo spingere la donna giù per la scogliera. Aysal è stato arrestato per “omicidio deliberato”, cosa che lui nega. (Continua a leggere dopo la foto)

Ha detto al processo all’Alta Corte di Fethiye: “Dopo aver scattato una foto, mia moglie ha messo il telefono nella borsa. Più tardi mi ha chiesto di darle il telefono. Quando mi sono alzato ho sentito mia moglie urlare dietro di me e non l’ho più vista. Non ho spinto mia moglie”. Il 40enne è stato arrestato con l’accusa di omicidio premeditato e adesso rischia l’ergastolo. (Continua a leggere dopo la foto)

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In una video intervista il fratello della vittima, Naim Yolcu, ha detto: “Quando siamo andati all’Istituto di medicina legale per prendere il corpo, Hakan era seduto in macchina. “Io e la mia famiglia eravamo distrutti, ma Hakan non sembrava nemmeno triste”, ha spiegato.

 

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