Il mondo perde un pezzo della sua storia, anzi, della sua umanità. È morta Esther Bejarano, uno degli ultimi sopravvissuti dell’orchestra di Auschwitz. La sua fisarmonica le aveva permesso di sopravvivere allo sterminio ad Auschwitz e di vivere fino a 96 anni: ma la scorsa notte se n’è andata per sempre. Esher dopo la guerra è emigrata in Israele, dove ha vissuto vissuto per 15 anni vivendo anche l’indipendenza, per poi tornare in Germania.
A dare la notizia è l’Anne Frank Education Centre di Francoforte, che spiega anche come Esther Bejarano avesse espresso estrema preoccupazione nei suoi ultimi anni per l’ascesa dell’estrema destra e dei movimenti neonazisti. Aveva detto: “Per coloro che hanno vissuto quelle cose – disse nel 2014 in un’intervista a Deutsche Welle – , è impossibile descrivere quanto è grave” la crescita dei movimenti anti-immigrazione o anti-islamici come AfD o Pegida. Meron Mendel, che guida l’Ong, scrive:
“Esther Bejarano È sopravvissuta ad Auschwitz perché suonava la fisarmonica nel l’orchestra femminile del campo. Ha dedicato la sua vita alla musica e a lottare contro l’antisemitismo”. Una nota, quest’ultima ripresa anche dal ministro degli esteri tedesco, Heiko Maas, che ha dichiarato che “una voce importante contro il razzismo e l’antisemitismo ci ha lasciati. La sua voce ci mancherà”.
Esther Bejarano ha scritto dei romanzi autobiografici e collaborato con il Comitato internazionale su Auschwitz. Nata nel 1924 a Saarlouis, oggi nel Land renano della Saar, nell’aprile 1943 diciannovenne fu deportata ad Auschwitz, dove ha perso genitori e sorelle, e poi spostata qualche mese dopo a Ravensbruck.
Se ne è andata Esther Bejarano, la ragazza con la fisarmonica dell'orchestra di Auschwitz. La ricordiamo così, nel 2012 alla prima edizione di ERA a Correggio, con il pugno chiuso in piazza mentre canta "Bella Ciao".
— Viaggi della Memoria (@ViaggiMemoria) July 10, 2021
Sempre è per sempre, Esther, e grazie di tutto pic.twitter.com/Qgq20gZt9u
Non tutti sapevano che in realtà Esther Bejarano suonava il pianoforte ma, non essendoci posti da pianisti nell’orchestra voluta dai nazisti per “accogliere” i deportati che arrivavano nei vagoni-bestiame dei treni e distrarli dai sospetti della loro morte imminente. Dovette imparare a suonare la fisarmonica. “Sapevi che prima o poi ti avrebbero gassato e tutto quello che potevamo fare era di restare lì e suonare”, disse a Deutsche Welle., Addio Esther.