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Strade, tombe, edifici misteriosi, ecco la città dei giganti di Mont’e Prama

Sono esaltanti le ultime novità raccontate da Gaetano Ranieri, professore ordinario di geofisica all’università di Cagliari, al convegno “Una giornata per il dialogo tra archeologia e scienza” – ospitato nella casa circondariale di Massama per celebrare la conclusione di un percorso di studio e lavoro a cui hanno partecipato diversi detenuti. Il risultato delle indagini condotte a Mont’e Prama nel territorio del Sinis a Cabras (OR) utilizzando il georadar sono davvero stupefacenti: strade, tombe, depositi di statue, edifici con grandi scalinate sono sepolti sotto i campi  in cui sono stati ritrovati i giganti di Mont’e Prama, sculture nuragiche a tutto tondo in arenaria gessosa, alte tra i 2 e i 2,5 metri.


«Abbiamo raccolto – spiega Ranieri – qualcosa come 17 terabyte di dati, tra cui alcuni molto interessanti». Evitando di entrare nello specifico per evitare di dare suggerimenti ai tombaroli racconta quello che il suo strumento ha letto nella zona di Mont’e Prama, dentro e fuori dagli scavi aperti dall’Università di Sassari e dalla Soprintendenza archeologica durante la campagna della scorsa estate. «L’area a cui mi riferisco è di circa sette ettari, ma non chiedetemi di essere più preciso perché non posso» – ha confermato lo studioso – Comunque abbiamo riscontrato più di 5mila anomalie, alcune delle quali riconoscibili già dai rilievi».

«Mi riferisco a strutture complesse di 14 metri per 26 che potrebbero essere strade, dato che sarebbero lastricate, e che sono state rilevate in tre casi. Poi, tombe di due metri di altezza e costruzioni che sembrano edifici dotati di scale». Ma nelle viscere della collina non ci sarebbero solo abitazioni e vie di comunicazione: «Abbiamo individuato diversi fossati, dentro e fuori dall’area di scavo, che custodirebbero frammenti di statue», ha aggiunto Ranieri.  All’altezza della capanna nuragica – che guarda caso è al centro della campagna di scavo ripresa in questi giorni dalla Soprintendenza – il georadar avrebbe rilevato la presenza di altre tre costruzioni dello stesso tipo. La parte più elettrizzante dei dati raccolti da Ranieri riguarda un’altra zona imprecisata, sempre nei pressi della collina dei giganti.

«Sotto la terra abbiamo riscontrato la presenza di quattrocento metri lineari di quelle che sembrano tombe, forse inesplorate, e di resti di numerosi edifici – ha aggiunto lo studioso – E a queste devono essere aggiunti altri fossati molto lunghi, utilizzati probabilmente anche in questo caso come discariche, dato l’alto numero di anomalie rilevate dagli strumenti».

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