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Scene d’amore, tutte le volte in cui gli scrittori hanno fatto cilecca…

Una notzia da categoria “Forse non tutti sanno che…”. E, in effetti, non è noto a tutti un premio del tutto particolare. Si chiama “Bad Sex in Fiction Award” e viene assegnato a chi descrive una scena di amore e sesso nel peggiore dei modi. Secondo le regole di quello che possiamo definire un antipremio tutto dev’essere fuori contesto, e stupido. E che tra i potenziali vincitori ci siano nomi affermati della letteratura la dice lunga sulla difficoltà di descrivere una scena del genere. Ci vuole abilità, anche solo a parlarne. Sono dieci i finalisti di quest’anno, svelati da Literary Review. Tra i più noti c’è Haruki Murakami, scelto per il rapporto a tre nel suo romanzo L’incolore Tsukuru Tazaki e i suoi anni di pellegrinaggio. Murakami parla del pelo pubico delle due concubine che viene descritto così: “era bagnato come una foresta pluviale”. Banale e scontato, decisamente. Nella lista dei meritevoli di premio negativo c’è anche Wilbur Smith e queste sono le righe “incriminate” de Il dio del deserto: “Questa increspata cortina non copriva i suoi seni che schizzarono fuori come creature viventi. Erano perfettamente tondi, bianchi come il latte di cavalla e sormontati da capezzoli color rubino che si corrugarono quando il mio sguardo li percorse”.

(continua dopo la foto)


L’australiano Richard Flanagancon, peraltro ultimo vincitore del premio Booker, che nel romanzo The narrow road to deep north racconta la triste interruzione di un atto intimo a causa dell’uccisione di un inerme esemplare di pinguino blu azzannato da un cane: “Baciò la dolce, rosea fossetta lasciata dalle sue mutandine elasticizzate, che correva attorno al suo ventre come la linea dell’equatore circonda il mondo. Man mano che si perdevano nella circumnavigazione l’uno dell’altra, da vicino giunsero acute grida che terminarono in un più profondo ululato”. Collega di Booker è anche il nigeriano Ben Okri e anche lui ora è unso “scrittore a rischio” col suoultimo  romanzo The age of magic, in cui una donna durante un rapporto sessuale si sente “sicura adesso che ci fosse un paradiso e che fosse qui, nel suo corpo. L’universo era in lei e a ogni suo movimento esso le si rivelava”. Insomma, meriti e demeriti dei grandi scrittori capaci, anche loro, di ritrovarsi accomunati ad aforismi da cioccolatini.

 

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