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“Non voleva questo”. Funerali Raffaella Carrà, la rivelazione dall’altare coglie tutti di sorpresa

raffaella carrà piazza madrid

L’applauso della gente ha accompagnato l’ingresso del feretro di Raffaella Carrà, portato a spalla fino in chiesa, come tutti hanno potuto vedere dal maxischermo in Campidoglio. Ad attenderla, oltre alla sindaca Virginia Raggi, anche il fedele compagno di sempre Sergio Japino. Niente fiori né orpelli, soltanto la bara di legno grezzo, come desiderava l’artista.


Raffaella Carrà era “una donna straordinaria che ha saputo conquistare il cuore di milioni di persone”. Sono le parole dell’omelia con cui uno dei cappuccini di San Giovanni Rotondo, Frate Simone Castaldi, con cui la Carrà e Japino, devoti a Padre Pio, erano legati da un rapporto di amicizia. “Certamente molto altro rispetto ai lustrini, paillettes”, Raffaella “è stata molto di più di quello che si è visto e sentito di lei”. È stato lui a officiare la cerimonia funebre.

funerali Raffaella Carrà



“Raffaella Carrà era una donna di grande spiritualità, me lo ha confermato Sergio Japino, che sta seguendo tutti i dettagli della cerimonia, e lei stessa in più interviste ha detto di essere abituata a pregare come le aveva insegnato la nonna. Per i propri cari, per le persone a cui voleva bene. Come in molte altre cose della sua vita, lei ha seguito un percorso di fede proprio. Non c’è un modo per definirlo. Parallelo o non convenzionale cambia poco”.

Raffaella Carrà


E ancora: “Non c’è un modo per definirlo. Parallelo o non convenzionale cambia poco. Non vogliamo chiamarlo Dio? Chiamiamolo in un altro modo. Proprio poco fa ho rivisto uno spezzone in tv in cui ribadiva la sua devozione per padre Pio”, racconta il frate (l’omelia è stata celebrata da quattro frati cappuccini arrivati direttamente da San Giovanni Rotondo perché la Carrà era molto devota a Padre Pio)”.

Frate Simone


Poi conclude: “Sono sicuro che Raffaella Carrà avrebbe voluto qualcosa di meno sfarzoso, l’abbiamo visto anche nella sobrietà del corteo funebre verso la camera ardente, ma non aveva indicato una chiesa in particolare e d’accordo con Sergio Japino questa è sicuramente la scelta migliore. Si è detto e scritto tanto sul fatto che non sia diventata mamma — dice Fra’ Simone — ma tutta queste persone che sono accorse a salutarla vanno considerate in qualche modo come figli suoi”, conclude Fra Simone.

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