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Protagonista di Gomorra, oggi è famosissimo per il ruolo di Genny Savastano. Ma non è stato sempre così: cosa faceva Salvatore Esposito prima di diventare un volto noto e come è cambiata la sua vita…

 

È uno dei protagonisti della serie ”Gomorra”. Salvatore Esposito si è fatto conoscere per il ruolo di Genny Savastano. Il pubblico ha imparato a apprezzare le sue qualità. E lo ritroveremo in tv dal 10 maggio su Sky Atlantic per la seconda edizione di “Gomorra”. L’attore napoletano si è raccontato in un’intervista rilasciata al settimanale ”Vanity Fair”. Prima di girare la serie, Esposito lavorava da McDonald’s poi ha deciso di inseguire il suo sogno e studiare recitazione: ”Durante la messa in onda delle prime puntate non mi filava nessuno, erano tutte per Marco D’Amore (Ciro, ndr). Poi, dalla sesta in poi, si è scatenato l’inferno: Genny era tornato dall’Honduras più magro e molto cambiato, un duro. Sulla mia pagina Facebook sono arrivati 360mila follower ed attraverso i social ho ricevuto proposte sessuali e foto hard da donne, ma anche da uomini. In generale le scene che ho visto fare alle fan per me e Marco D’Amore non le ho viste mai: è una passione sfrenata, un’ossessione”.

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Esposito parla anche della sua vita privata. Da due anni, l’attore è fidanzato con Paola: ”Lei compensa il mio essere sognatore, è la mia parte razionale: sta per laurearsi in Giurisprudenza e vorremmo andare a vivere insieme a Roma. Ci siamo conosciuti a Salamanca, in Spagna. Lei era lì per fare l’Erasmus, io in vacanza; mi ha conquistato dicendomi che mi aveva notato in quelle interviste che mandava in onda Sky prima della serie, come promozione. Lì ho capito che le piaceva Salvatore, non Genny”. Infine ha raccontato del senso di giustizia che l’ha accompagnato sin da quando era bambino: ”Fino ad 8 anni ero un terremoto, ed anche molto prepotente. Questo mi ha portato ad avere delle amicizie particolare durante l’adolescenza. Ma ero sveglio, a scuola mi bastava poco per essere promosso ed ai miei non ho mai causato problemi. Mi facevo rispettare da tutti, compresi i figli dei boss: questi vivono di luce riflessa, del cognome e della fama della propria famiglia, ma se davanti a loro non abbassi la testa il potere lo perdono subito. E poi se c’era da menare si facevano anche male. Non ho mai tollerato le ingiustizie: una volta ho visto due fidanzati litigare al Vomero, lui aveva iniziato a picchiare lei, ed io l’ho riempito di botte finché è scappato. L’assurdo è che la ragazza è scoppiata a piangere: ‘Perché gli hai fatto male?”’.

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