Mentre tutti ci affanniamo, ognuno dietro alla propria vita, come piccole formiche che si muovono frenetiche, ci sono loro, i giusti, che con gesti semplici, in completa incoscienza salvano un mondo che a sua volta è inconsapevole di essere salvato. Questa è l’immagine che scaturisce dalla poesia di Jorge Luis Borges (24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986), I giusti tratta dal libro La cifra del 1981. Borges ne compila un’accurata lista : non sono gli dèi, non sono personaggi che stanno facendo grandi opere a salvare il mondo, ma uomini in cui in un certo modo tutti posso identificarsi, uomini che vivono con sentimento la loro vita. Sono i giusti che fanno cose comuni, ma con dedizione quotidiana.
I giusti
Jorge Luis Borges
Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un’etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore ed una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
Un hombre que cultiva su jardin, como queria Voltaire.
El que agradece que en la tierra haya musica.
El que descubre con placer una etimologia.
Dos empleados que en un cafè del Sur juegan un silencioso ajedrez.
El ceramista que premedita un color y una forma.
El tipografo que compone bien esta pagina, que tal vez no le agrada.
Una mujer y un hombre que leen los tercetos finales de cierto canto.
El que acaricia a un animal dormido.
El que justifica o quiere justificar un mal que le han hecho.
El que agradece que en la tierra haya Stevenson.
El que prefiere que los otros tengan razon.
Esas personas, que se ignoran, estan salvando el mundo.