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Non andartene docile in quella buona notte. Infuriati, infuriati contro il morire della luce

Interstellar,  il kolossal fantascientifico di Christopher Nolan, appena uscito nelle sale, è un ambizioso dramma fantascientifico che si basa sulle teorie del fisico teorico Kip Thorne riguardo la possibilità di viaggiare tra vari sistemi solari attraverso un cunicolo spazio-temporale (wormhole).


La Terra non è più ospitale e gli umani devono trovare un altro posto dove andare. L’unica speranza è costituita da un progetto segreto della Nasa, un viaggio interstellare verso l’ignoto il cui scopo è la salvezza del genere umano: una squadra di esploratori, sfruttando i wormhole è incaricata di andare a cercare in altre galassie un pianeta abitabile.

 

La visione apocalittica, ancor più inquietante viste le fonti scientifiche di cui si avvale, è addolcita dalla struggente storia d’amore paterno del protagonista che dovrà abbandonare la figlia per dare una speranza all’umanità.

 

 

Ulteriore arricchimento del lavoro di Nolan è una citazione poetica da Dylan Thomas con Non andartene docile in quella buona notte, forse la poesia più alta di Dylan, composta nel maggio 1951 e dedicata al padre David John allora consumato da un cancro, filo conduttore dell’intero film.  Ecco la poesia, e di seguito il trailer ufficiale di Interstellar.

 

 

Non andartene docile in quella buona notte
di Dylan Thomas

Non andartene docile in quella buona notte,
 I vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno;
Infuria, infuria, contro il morire della luce.

Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta
Perchè dalle loro parole non diramarono fulmini
Non se ne vanno docili in quella buona notte,

I probi, con l’ultima onda, gridando quanto splendide
Le loro deboli gesta danzerebbero in una verde baia,
S’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.

Gli impulsivi che il sole presero al volo e cantarono,
Troppo tardi imparando d’averne afflitto il cammino,
Non se ne vanno docili in quella buona notte.

Gli austeri, prossimi alla morte, con cieca vista accorgendosi
Che occhi spenti potevano brillare come meteore e gioire,
S’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.

E tu, padre mio, là sulla triste altura maledicimi,
Benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose, te ne prego.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.

Do not go gentle into that good night,
Old age should burn and rave at close of day;
Rage, rage against the dying of the light.

Though wise men at their end know dark is right,
Because their words had forked no lightning they
Do not go gentle into that good night.

Good men, the last wave by, crying how bright
Their frail deeds might have danced in a green bay,
Rage, rage against the dying of the light.

Wild men who caught and sang the sun in flight,
And learn, too late, they grieved it on its way,
Do not go gentle into that good night.

Grave men, near death, who see with blinding sight
Blind eyes could blaze like meteors and be gay,
Rage, rage against the dying of the light.

And you, my father, there on the sad height,
Curse, bless me now with your fierce tears, I pray.
Do not go gentle into that good night.
Rage, rage against the dying of the light.

 

 

 

 

 

 

 

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