Dopo più di un mese di assenza dalla televisione, Nicola Porro è tornato alla guida di Quarta Repubblica. Ieri sera, in uno studio vuoto, il conduttore ha ripreso possesso della sua creatura. Un fil rouge, quello con i telespettatori, che in realtà non si è mai interrotto visto che, nei giorni di assenza, Nicola Porro ha continuato a commentare la situazione on line, in diretta dalla sua casa.
Inevitabile, ieri sera, un commento sul contagio, la malattia, e il decorso. Nicola Porro ha confessato di essersi chiesto più volte come potrebbe aver contratto il virus. Al conduttore è andata meglio rispetto a tanti altri contagiati. “Non ci siamo stati nelle ultime settimane. Ho passato qualche brutto giorno, sono stato male. Non ne parleremo troppo perché è veramente poco importante quello che mi è successo, però è importante dire che mi sono sentito fortunato, per tre motivi”. Continua dopo la foto
Ha poi spiegato i tre motivi per cui si ritiene fortunato. Nicola Porro ha iniziato parlando della sua malattia: “Almeno questo lo devo dire. Il primo motivo è quello che il Coronavirus a me come ad altre persone ha preso in forma non mortale. […] Ai deceduti va il nostro pensiero, e agli ospedalizzati in una maniera più serie rispetto a quello che è stata la malattia per me”. Continua dopo la foto
Poi ha proseguito con un altro motivo: “Sono fortunato perché faccio il lavoro che amo, sono riuscito a farlo qua in questo studio. […] Rispetto a milioni di italiani sono fortunato perché posso lavorare”. Infine, il terzo e ultimo motivo: “E poi sono fortunato, e voglio dirlo con grandissima chiarezza, perché io ho fatto i test. Io ho saputo di avere questa malattia, perché quando ho saputo e dopo che l’ho affrontata ho avuto ulteriori test per certificare che non solo la malattia era finita, ma era certamente finita e oggi non posso più contagiare gli altri”. Continua dopo la foto
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Romano di origini pugliesi, Nicola Porro discende da un’antica famiglia aristocratica latifondista di Andria. Dopo la laurea in Economia e Commercio alla “La Sapienza”, dal 1997 è giornalista professionista. In precedenza, nel 1994 diventa portavoce del Ministro degli esteri italiano, Antonio Martino. Il giornalista detiene un singolare ‘primato’: si tratta infatti del primo esponente del mondo dell’informazione a livello nazionale ad aver reso pubblico il contagio da Coronavirus.
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