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“Fatto fuori”. Terremoto a Mediaset, il conduttore lascia dopo 35 anni e lancia accuse. Un’uscita pesantissima che fa discutere

“Della vecchia guardia Piccinini, Marianella e Caressa, sono loro i tre più bravi. Tra i nuovi Callegari e Zancan. Trovo che il livello medio dei commentatori sia generalmente buono. Serena è bravo, non è invasivo; mi piacciono Balzaretti, Tiribocchi e Costacurta come opinionista; mi piace Ambrosini, anche lui molto competente, deve lavorare sulla personalità”.

“Pure Bergomi è bravo, anche se per i miei gusti è un po’ troppo prete: se lo vesti di nero con un colletto bianco sembra uscito da un seminario. Lele Adani? Molto, molto molto preparato; ha un solo limite, usa un linguaggio troppo tecnico. Silvio Berlusconi una volta ci disse: ricordate che davanti alla tv c’è il muratore, il bracciante e il dirigente d’azienda, il calcio è trasversale a tutte le classi sociali; vi devono capire tutti. Questo è un presupposto fondamentale, uno non deve esagerare nel tecnicismo”. Continua dopo la foto


Non ha mai nascosto quello che pensa e, spesso, può essere un limite per quanto paradossale. Dopo 35 anni a Mediaset lascia un pezzo da novanta. Una storia d’amore con pochi passi falsi che si interromperà il 30 giugno quando il conduttore sarà libero di cercare altrove. A raccontare tutto è lui in una lunga intervista al Corriere della Sera. Continua dopo la foto


“Anche la storie d’amore belle finiscono, la mia con Mediaset è durata tantissimi anni, ma il rapporto per tanti motivi era stato compromesso da quello che era successo nel 2017. Adesso abbiamo trovato un accordo che è una via sempre migliore rispetto a litigare”, spiega Maurizio Pistocchi che usa parole dure confermando l’ostracismo nei suoi confronti e le pressioni fatte all’epoca dalla dirigenza della Juventus per allontanarlo dalle trasmissioni che contano. Continua dopo la foto

“Nessuno ha mai smentito questa ricostruzione, quindi evidentemente era vera. Certo è perlomeno strano che un’azienda preferisca pagare dei collaboratori esterni piuttosto che utilizzare un suo dipendente. E comunque mi meraviglia che un giornalista sia ritenuto così pericoloso da dover essere epurato”. Per Pistocchi, parte del giornalismo sportivo in Italia vive con sudditanza: “Una delle grandi anomalie del calcio italiano è che la Juventus è la squadra più importante del nostro campionato, ma è anche proprietà di un’azienda che investe in pubblicità oltre 100 milioni di euro su radio, tv e giornali. Con un investitore tanto importante è inevitabile che ci sia chi ne tiene conto”.

Poi sono arrivate le sue parole, le ultime sul caso: “6/9/1986-30/6/2021 Oggi è l’ultimo giorno a Mediaset, e colgo l’occasione per ringraziare chi, 35 anni fa, ha avuto fiducia nei miei confronti e mi ha consentito di vivere una esperienza umana e professionale irripetibile. Dopotutto, domani è un altro giorno. Ad maiora”.

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