Gli episodi di tensione che si sono verificati in diverse città italiane continuano ad alimentare un acceso dibattito sull’antifascismo e sulla libertà di espressione. Agenti picchiati dai facinorosi pro-Pal, ministri minacciati, fantocci dati a fuoco: nelle piazze che si professano per la libertà e per la pace vanno in onda scene di violenza e di odio. A ciò si aggiungono episodi di intolleranza all’interno degli atenei, come accaduto all’Università di Trento, dove momenti di alta tensione hanno coinvolto i ragazzi di Azione Universitaria e alcuni studenti di sinistra.
A Trento, un semplice volantinaggio da parte di Azione Universitaria è degenerato in scontri verbali e momenti di tensione presso la Facoltà di Sociologia. Il conduttore televisivo Paolo Del Debbio ha evidenziato una contraddizione di fondo: “Se si ritiene di essere di fronte a un fascista, davvero si pensa di combatterlo privandolo della libertà di esprimersi?”. Una domanda che punta a smascherare quella che è stata definita “l’ipocrisia rossa” in merito alla libertà di parola.

Dritto e Rovescio Paolo Del Debbio contro Laura Boldrini
Le parole di Laura Boldrini, deputata del Partito democratico, hanno acceso ulteriormente il dibattito. Difendendo gli studenti di sinistra, Boldrini ha dichiarato: “Mi sembra assolutamente legittimo” che i giovani si oppongano ai “fascisti” nelle università. Sul tema dei volantini strappati, Boldrini ha minimizzato l’accaduto, affermando: “Non mi sembra che sia reato”. Ha poi lodato i ragazzi per la loro capacità di resistere alle ingiustizie, purché lo facciano senza violenza: “Se uno strappa un volantino o dice ‘fuori i fascisti dall’università’ non vedo perché dovremmo censurare questo, assolutamente”.

Le dichiarazioni della Boldrini hanno suscitato una forte reazione di Paolo Del Debbio durante il programma Dritto e Rovescio. Rivolgendosi direttamente alla deputata, il conduttore ha espresso il suo dissenso: “Ma cosa cazzo c’entrano sti ragazzi di Azione universitaria con i fascisti?”. Ha poi criticato l’idea di contrastare il fascismo impedendo il dialogo e il confronto: “Si può eventualmente combattere un presunto fascismo con antifascisti come quello di non far parlare in una scuola?”. Del Debbio ha chiesto maggiore equilibrio alla Boldrini, invitandola a considerare le implicazioni delle sue parole: “Signora Boldrini, ma per favore, lo faccia per Matteo Ricci che è una persona ragionevole: vedevo che soffriva mentre lei parlava. Lo faccia per lui se non per me.”

Zio can?
— Esercito di Cruciani (@EsercitoCrucian) November 21, 2024
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Matteo Ricci, eurodeputato del Partito democratico, si è dissociato dalle dichiarazioni della collega, sostenendo che la libertà di espressione deve valere per tutti: “Azione Giovani è un’organizzazione lontana anni luce dalle mie idee politiche ma ha diritto di parlare. Non era CasaPound, non era Forza Nuova”. Ricci ha poi definito “un atto violento” strappare un volantino distribuito da qualcuno. Il dibattito riflette una divisione profonda nell’opinione pubblica italiana. Da un lato, c’è chi difende il diritto degli studenti a esprimere il loro dissenso contro presunti rigurgiti fascisti; dall’altro, chi vede in questi episodi una limitazione della libertà di parola e una forma di intolleranza mascherata da antifascismo. Resta aperta la domanda centrale: in una democrazia, è legittimo combattere idee ritenute pericolose limitando il dialogo e il confronto?