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La (tristissima) storia di Achille, un cane scheletro che vagava senza una meta su una strada


Ricoverato in clinica veterinaria in extremis, i volontari lo avevano lasciato mentre lottava per la vita.

Purtroppo lo stato di denutrizione e disidratazione a cui era arrivato hanno compromesso irrimediabilmente le funzionalità del suo organismo e, nonostante le cure prestate, purtroppo Achille non ce l’ha fatta.

Cosa è successo a questo cane per ridursi in questo stato? La risposta è, purtroppo semplice, ha sperimentato la cattiveria umana. Secondo i volontari, la versione più probabile è che sia stato usato come cane da caccia e, quando non più utile, sia stato rinchiuso a morire di fame e sete in un serraglio per molto tempo.

Se sia stato liberato o se sia riuscito a fuggire non si saprà mai perché Achille era privo di microchip.

La morte di Achille, secondo i volontari OIPA, è uno dei tanti “effetti collaterali” del randagismo e della mancanza di politiche efficaci da parte degli enti preposti che continuano a consentire che degli animali si possa disporre a proprio piacimento e che ce ne si possa liberare gettandoli via come spazzatura.


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