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Il popolo del web giudica i classici. Shakespeare? Poteva fare meglio

Poi un giorno, in piena democrazia internettiana, crollano tutti i miti della letteratura. I classiconi, i capolavori assolutamente da leggere, quelli che tutti hanno sempre sostenuto “mitici” pur non avendoli mai aperti, vengono scaraventati giù dal piedistallo delle certezze. E così I fiori del male di Baudelaire viene recensito come un canto allo schifo dell’esistenza, mentre Anna Karenina viene considerato alla stregua di un mega Harmony. Ecco, cose così. Succede online su Lo stroncatore, blog che scova, magari su Amazon o sui social network, e poi pubblica, le recensioni e i giudizi dei lettori su determinati libri. Per lo più i grandi classici. Buffe, geniali, condivisibili o blasfeme, le recensioni de Lo stroncatore, sono al centro dell’attenzione in questi giorni e non c’è che dire: strapperebbero un sorriso pure al più crudele e severo professore di lettere. Riportiamo qualche esempio. Come si fa a dire che Il vecchio e il mare è un bel libro? Se lo avesse scritto un perfetto sconosciuto secondo me non avrebbe nemmeno trovato un editore. Lo stesso piacere del leggere un interminabile libretto di istruzioni di un elettrodomestico è ciò che un lettore pensa di Oblio di David Foster Wallace. Vierrevi si è dovuto fermare alla prima pagina de Le correzioni di Jonathan Franzen per la scrittura poco piacevole: uno studente di un istituto tecnico scrive meglio. Marcello non ha dubbi: Il ritratto di Dorian Gray ha una sola utilità, fornirti perle di saggezza da postare su Facebook. Aspettando Godot di Samuel Beckett? Una cagata pazzesca scrive secco Gabriele. Che dire invece di Alice nel paese delle meraviglie? Una scrittura irritante secondo Blackswan che confessa: il mio giudizio è inevitabilmente condizionato dalla versione Disney con la quale veramente non c’è paragone. Invece La coscienza di Zeno? Sinteticamente, una palla mostruosa commenta Eris. V. di Thomas Phyncon è il motivo cui la gente non legge più. Parola di Manuppo. E se per caso vi viene un senso di colpa per non aver mai un libro di Conrad, quel giorno tenetevi il complesso di colpa. Leggendo Cuore di tenebra troverete solo una noia mortale dichiara Beppe. Mauraccia pure è categorica: L’amore ai tempi del colera di Gabriel Garca Marquez è come il colera, fa cagare. Sempre Erin – che critica molto ma è un gran lettore – non ha apprezzato Shakespeare in Romeo e Giulietta: ho capito meglio la storia guardando il film con un grande Di Caprio. Eliana ha mollato Gente di Dublino di Joyce perché l’ha trovato Un’accozzaglia di parole messe lì per fare numero. Ma è diplomatica: sicuramente il problema sono io, non Joyce. 

 


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