Paura per l’inviato Rai, minacciato con una mazza di legno mentre stava facendo domande su un’inchiesta in corso particolarmente spinosa. Le telecamere della trasmissione hanno ripreso tutto. Stanco delle domande del giornalista, particolarmente pungenti e scomode, l’uomo ha estratto una mazza di legno dall’auto e tentato di colpirlo urlando: “La vuoi in testa!?”. E ancora: “Te ne devi andare sennò t’accido pezzo di merda!”. La sua rabbia poi si è estesa anche all’operatore: “E tu cesso non ripigliare più sennò vi faccio sparì. Oggi non vi faccio tornare indietro”.
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Maggiori dettagli su quello che è successo lo fornisce il profilo instagram della trasmissione. Si legge: “Nelle scorse ore uno dei nostri inviati, Stefano Maria Sandrucci, è stato aggredito a colpi di bastone mentre si trovava a San Nicandro Garganico (FG)per un’inchiesta sulle scuole private e sui cosiddetti “diplomifici”, gli istituti paritari accusati di rendere più facile il conseguimento dei titoli di studio rispetto alle scuole pubbliche”.
San Nicandro Garganico, inviato di ‘Mi manda Rai 3’ aggredito
Sandrucci, giornalista della trasmissione ‘Mi manda Rai 3’. “stava indagando su un presunto traffico di falsi diplomi e falsi attestati ad opera di un istituto riconducibile ad un noto politico della zona (ex parlamentare ed ex Sindaco) e a suo figlio (a sua volta consigliere comunale in carica e candidato alla carica di primo cittadino alle ultime elezioni), imbattendosi in quest’ultimo il nostro collega, con il garbo e la gentilezza che hanno sempre contraddistinto l’intera attività inchiesta di Mi Manda RaiTre, gli chiedeva la disponibilità a rispondere ad alcune domande”.
“Permettendogli così di replicare alle accuse della Procura di Foggia. Come chiaramente visibile nel filmato, l’indagato, improvvisamente afferrava dalla propria vettura una mazza aggredendo Sandrucci e tentando di colpirlo alla testa. Solo per prontezza di riflessi e fortuna il nostro inviato non veniva colpito in pieno, schivando il colpo di pochissimi centimetri, per poi cercare riparo dall’altro lato del marciapiede”.
E conclude: “L’aggressore, non soddisfatto, continuava però a inveire e minacciare di morte Sandrucci, per poi rivolgere attenzioni e medesime all’operatore di ripresa, che trovava riparo dietro un’automobile. I nostri colleghi hanno quindi cercato riparo presso la vicina caserma della Guardia di Finanza, dove i militari raccoglievano il loro racconto, per poi tenere a distanza l’aggressore, che nel frattempo era sopraggiunto in sede, accompagnato poi dal padre”.