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“Cosa ho detto a nostra figlia”. Francesca Fioretti, succede per la prima volta dalla morte di Davide Astori

Per la morte di Davide Astori, ex capitano della Fiorentina, scomparso a causa di una tachiaritmia cardiaca prolungata nel 2018, è stato condannato a un anno per omicidio colposo il professor Giorgio Galanti, unico imputato nel processo. Al medico la procura di Firenze aveva contestato il rilascio ad Astori di due diversi certificati di idoneità alla pratica del calcio, nel luglio 2016 e nel luglio 2017. Secondo una consulenza tecnica effettuata da periti incaricati dalla procura, i certificati di idoneità vennero rilasciati nonostante fossero emerse, nelle rispettive prove da sforzo, aritmie cardiache che avrebbero dovuto indurre i medici a effettuare accertamenti diagnostici più approfonditi.

Francesca Fioretti, l’ex fidanzata del calciatore, ha scritto un libro sulla sua storia che si intitola “Io sono più amore”. L’attrice 35enne, ospite di Le parole della settimana su Rai3, ne ha parlato durante il programma condotto dal giornalista Massimo Gramellini. In collegamento con la trasmissione, quando le si domanda come abbia fatto a sopravvivere dopo un dolore così grande, Francesca Fioretti spiega: “Quando ti stravolge un lutto così grande, la vita che avevi prima non c’è più, quindi devi inventartene una nuova, devi accettare quello che ti è successo. A me Vittoria ha insegnato tanto, ora ha 5 anni”.


Gramellini le chiede come abbia spiegato alla bimba la morte del papà. “Quando è successo lei aveva solo 2 anni, anche adesso è molto difficile spiegarle il concetto di morte. Quando è accaduto in realtà le ho detto la verità, con parole semplici. Questo racconto, man mano che passavano gli anni, si è solo arricchito con parole un po’ più complesse. Le ho detto che il papà era andato in un posto lontano e non sarebbe più tornato, quindi non le ho dato l’aspettativa del viaggio, il ritorno”, rivela la Fioretti.

“Istintivamente mi è venuto questo da dirle, ora, a distanza di tre anni, posso affermare che probabilmente ho fatto la cosa più giusta perché mia figlia non è mai stata chiusa, protetta da questa cosa – spiega Francesca Fioretti -. Ho cercato di farle vedere la realtà, ma non con gli occhi miei, i suoi. Io, quando andavo al parco o alle feste di compleanno, vedevo le altre famiglie e soffrivo. Lei, invece, guardava tutto con occhi diversi, non con la mia consapevolezza”. Francesca Fioretti ha cercato sempre di guardare avanti: “Non ho mai pensato di non farcela. Posso sembrare pazza nel dirlo. Ho capito che la vita in generale va vissuta, non per mia figlia, ma per me stessa. Vale la pena viverla in qualsiasi modo o con qualsiasi cosa ti devi portare addosso e con cui devi convivere perché anche dalla cosa peggiore si può trarre sempre qualcosa di positivo”.

Lei e Davide non erano sposati, così il Tribunale ha nominato un tutore per tua figlia: “Non mi sono sentita messa in discussione come madre. I giudici tutelari esistono per tutelare i bambini. Mi sono sentita messa in discussione come donna, perché io e Davide ci amavamo, abbiamo scelto consapevolmente e con la maturità necessaria in quegli anni di avere Vittoria e quindi è stato difficile da gestire il mio dolore, mia figlia, che era la mia principale preoccupazione, e gestire delle cose delle cose burocratiche che mai avrei immaginato di dover affrontare”. L’ultimo commento è sul medico, che aveva certificato l’idoneità di Davide Astori, condannato a un anno per omicidio colposo: “Credo nell’errore umano ma credo di più nella giustizia. Chiedo di più e vorrei si facesse maggiore chiarezza su questa cosa, per gli altri e anche per Davide che merita giustizia”.

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