Nell’allevamento erano detenuti sette cani a scopo di riproduzione e vendita dei cuccioli.
Lo scenario che si è presentato alle guardie era davvero grave: un boxer maschio adulto era detenuto in un serraglio nel giardino, tra i suoi escrementi, privo di acqua e di un giaciglio adeguato a ripararlo dal freddo.
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L’aria all’interno del locale, sprovvisto di sistema di ricambio dell’aria, era resa irrespirabile dal fortissimo odore di feci e urina.
Tre femmine di boxer erano detenute in piccole gabbie coperte da un telo oscurante, sprovviste di giaciglio e piene di feci; una femmina di boxer si trovava all’interno di un piccolo recinto sporco adibito a “nursery”; una cucciola di labrador era all’interno di una piccola gabbia completamente oscurata da teli e cartone e una cucciola di maltese era rinchiusa all’interno di un piccolo trasportino.
Gli animali erano molto agitati ed esibivano comportamenti stereotipati, come muoversi continuamente da un lato all’altro delle gabbie.
Nessun cane aveva acqua a disposizione, tanto che una volta liberati dalle gabbie tutti si precipitavano a bere con foga e a lungo.
Gli animali erano destinati alla riproduzione in quanto il lager appena descritto risultava essere un allevamento amatoriale regolarmente iscritto all’Enci.
“Dalle condizioni in cui li deteneva e dalla completa mancanza di consapevolezza della gravità della situazione è parso evidente che l’allevatore considerasse i cani come strumenti utili a uno scopo, quello di fare cuccioli da vendere – spiega il nucleo di guardie zoofile OIPA di Milano e provincia– Poco importa che fossero esseri viventi e senzienti che stavano letteralmente impazzendo di sete e stress per le condizioni vergognose in cui erano costretti da mesi”.
Tutti i cani sono stati posti sotto sequestro e immediatamente trasferiti presso il canile convenzionato e il proprietario è stato denunciato per detenzione non idonea e maltrattamento di animali.