Ormai sembrano non esserci più dubbi: l’edizione Vip del Grande Fratello si farà. Dopo mesi di tira e molla e di batti e ribatti, sembra che Mediaset abbia finalmente dato il via libera alla messa in opera del programma, e poco importa che gli ascolti dell’edizione “popular” siano sprofondati, perdendo la gara del prime time anche contro“le nuove avventure di Braccobaldo Bau”.
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Il motivo è assolutamente di difficile comprensione, come del resto però lo sono stati (apparentemente) la sostituzione di Roberto Baggio in Norvegia – Italia del mondiale ’94 con gli azzurri in 10 uomini (poi vincemmo grazie a un gol di Dino Baggio), e lo studio delle muffe (evviva la pennicillina!), ma così è stato deciso dal politburo guidato da Pier Silvio Berlusconi. C’è la data: quasi certo ottobre 2016. C’è il nome della conduttrice: Barbara D’Urso, sempre più plenipotenziaria matrona dell’ammiraglia del Biscone che, pare, abbia sorpassato Alessia Marcuzzi – che per la verità non ha entusiasmato nell’ultima stagione come nella conduzione dell’Isola dei Famosi – nella corsa.
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Iniziano ad esserci anche i nomi dei concorrenti: i primi due che spuntano sono quelli di due signore dal destino comune, lanciate dal Bagaglino e diventate famose negli anni ’90 più per le forme morbide e sinuose che per un reale talento (si accettano pareri discordanti). Parliamo di Valeria Marini e Pamela Prati. 48 anni la prima, 57 la seconda. In entrambi i casi ottimamente portati. Se per la Valeriona nazionale, ex signora Cecchi Gori, la partecipazione a una reality non sarebbe cosa nuova per Pamela, che a quasi 60 anni sfoggia un corpo e delle gambe da far invidia pure alla più bella teenager di Fregene, sarebbe l’esordio. Per ora si tratta di voci. Valeria, al quarto mese di gravidanza, sarà alle prese con un frugoletto che difficilmente vorrà lasciare.
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Pamela dovrà esser convinta dall’entourage sulla bontà del prodotto e accettare di non essere lei, la sola star del programma, cosa che nessuno però sembra potergli garantire. Proprio come successo sull’Isola quando la Prati si rifiutò di partire per la “troppa” concorrenza. Due galli in un pollaio di norma, sono troppi.
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