“Una cosa che a dirla sembra banale. Capii che io non ero il centro del mondo. La quota di sofferenze nella vita non variava certo in rapporto a me. Non ero io che potevo decidere. Allora, pensai, tanto valeva godersi, per quanto era possibile, il resto”. (Kitchen)
Oggi รจ il compleanno di Banana Yoshimoto, cinquanta candeline. E noi rileggiamo uno dei suoi libri piรน venduti.
Un viaggio chiamato vita, 2010
Feltrinelli, pp. 187, euro 13
La vita รจ un viaggio, e come tutti i viaggi si compone di ricordi. In questo libro, Banana Yoshimoto raccoglie preziosi frammenti di memoria e ci porta con sรฉ, lontano nel tempo e nel mondo. Dalle emozioni del primo amore alla scoperta della maternitร , dalle piramidi egiziane alla Tokyo degli anni settanta. Con la consueta leggerezza della sua scrittura, ricostruisce le emozioni dell’esistenza a partire da un profumo, da un sapore, da un effetto di luce o dal rumore della pioggia e del vento. E cosรฌ che una pianta di rosmarino ci trasporta da un minuscolo appartamento di Tokyo al tramonto luccicante della Sicilia, e che un contenitore pieno di alghe diventa l’occasione per esplorare il dolore della perdita. I pensieri in libertร di Banana Yoshimoto ci accompagnano fino al centro del suo mondo letterario e lungo il nostro personale “viaggio della vita”, fatto di promesse e di incontri, di stupore e di meraviglia, di malinconia e di sofferenza. Dalle pagine di questo libro, l’autrice ci invita a riappropriarci del nostro tempo e a non perdere mai la fiducia negli altri esseri umani, perchรฉ quello che rimane, al termine del piรน difficile dei viaggi, รจ il riflesso nella nostra memoria di ogni singolo giorno vissuto.
