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“Addio, buon viaggio”. Simona Branchetti, l’emozione della conduttrice dopo la notizia della sua morte

commossa simona branchetti

Si è commossa Simona Branchetti, ricordando la storia di Carboni, conosciuto come Mario ed il cui nome è stato reso noto solo oggi dall’associazione Luca Coscioni. La conduttrice di Morning News ha raccontato la vicenda dell’uomo: “Mario è il primo italiano ad aver chiesto e ottenuto l’accesso al suicidio medicalmente assistito, reso legale dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019. Le sue condizioni erano tali da aver reso la sua quotidianità una “non vita” da cui Mario aveva chiesto ormai due anni fa di liberarsi”.

La Branchetti ha voluto raccontare nel suo lungo post, tutto il calvario iniziato nel 2010 a seguito di un terribile incidente che lo ha reso privo di autonomia e dipendente dagli altri per qualsiasi attività quotidiana. Si è commossa Simona Branchetti definendo la battaglia dell’uomo coraggiosa e difficile. Poi la donna ha elencato coloro che sono stati al fianco di Carboni in questa sua scelta, l’associazione Luca Coscioni, il politico Marco Cappato e l’avvocato Filomena Gallo.

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Si è commossa Simona Branchetti, ricordando la storia di Carboni

Sono loro che da anni portano avanti questa battaglia di civiltà. Alla fine la Branchetti ha detto: “Di fronte alla scienza e alla medicina – grazie ai quali oggi è possibile compiere straordinari ‘miracoli’- c’è da interrogarsi se tenere in vita ad ogni costo persone che senza aiuti sanitari non vivrebbero non sia – seppur nella bontà del fine – una distorsione del concetto stesso di vita in termini cristiani. Buon viaggio Mario”.

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C’è da dire che il post su Instagram di Simona Branchetti è visibile sul suo profilo. Molto importanti invece anche le ultime dichiarazioni di Mario: “Sono consapevole delle mie condizioni fisiche e delle prospettive future quindi sono totalmente sereno e tranquillo di quanto farò”.

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Per chi non lo sapesse, in assenza di una legge lo Stato italiano non si è fatto carico delle spese necessarie per ricorrere al suicidio assistito e l’erogazione del farmaco. L’associazione in passato è dovuta ricorrere ad una racconta fondi grazie alla quale ha potuto acquistare la necessaria strumentazione. Questa è una battaglia di civiltà.

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