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Caffeina 2017: gli studenti dell’Alternanza Scuola Lavoro raccontano il festival – 28 giugno

Caffeina Festival 2017 è cultura, musica, libri, teatro e dibattiti ; il tutto in una connessione profonda e costante con Viterbo, la sua società e le sue istituzioni: compresa la scuola. Durante i dieci giorni del Festival complessivamente cinquanta fra ragazzi e ragazze provenienti dai licei Mariano Buratti di Viterbo e “Dalla Chiesa” di Montefiascone svolgono attività di Alternanza Scuola Lavoro, seguendo ogni giorno la programmazione. Ecco cosa hanno visto gli studenti durante la sesta giornata del Festival.

Lirio Abbate – La lista

Il 28 giugno alle 22.30 Lirio Abbate ha presentato il suo libro “La Lista” nel Cortile dei Priori del palazzo comunale di Viterbo. Alla presenza di una folta platea continuano gli eventi di Caffeina arrivata all’undicesima edizione. Lirio Abbate (Castelbuono, 26 febbraio 1971) è un giornalista e saggista italiano. Ha collaborato fin dagli anni ’90 con il Giornale di Sicilia, trattando la cronaca nera e giudiziaria. Dal 1997 è alla redazione palermitana dell’ANSA dove si occupa di mafia e criminalità organizzata. Nel 2006 è stato l’unico giornalista presente alla cattura del capomafia Bernardo Provenzano e ha lavorato dalla Sicilia per La Stampa e l’Espresso.

Dopo la cronaca giudiziaria si è occupato di giornalismo investigativo e per tale attività ha ricevuto minacce di morte nel 2007, scampando, grazie ai poliziotti, ad un attentato a Palermo. Nell’ottobre dello stesso anno il boss Leoluca Bagarella lo minaccia pubblicamente durante un’ udienza e l’ANSA lo trasferisce a Roma. Per questi fatti riceve la solidarietà del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.  Pubblica diverse inchieste su corruzione, malaffare, mafie e business per la vendita di vaccini che coinvolge agende internazionali, raccoglie testimonianze sulle violazioni dei diritti umani per chiedere giustizia per Giulio Regeni e tutte le vittime in Egitto. Le minacce di morte e la sua presenza nella lista nera di Cosa Nostra non lo hanno intimidito e per questo l’organizzazione internazionale Reporter senza frontiere nel 2014 lo ha inserito nella “top dei 100 eroi dell’informazione nel mondo”. (Continua dopo la foto)


Nel maggio 2014 ha messo in scena con Pierfrancesco Diliberto (In arte Pif) una rappresentazione teatrale contro i boss della mafia che ha riscosso grande successo. Inoltre, nel 2015 il Presidente della Repubblica gli ha conferito l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. La Lista – Il ricatto alla Repubblica di Massimo Carminati – è l’ultimo libro di Lirio Abbate pubblicato da Rizzoli nel 2017. Tratta la vicenda del luglio 1999 quando Massimo Carminati svuota il caveau dell’agenzia 91 della Banca di Roma all’interno del Palazzo di Giustizia. Un colpo da 18 miliardi di lire che assalta il cuore della giustizia italiana e ricatta alti magistrati, avvocati, cancellieri, consulenti, professionisti e imprenditori. Abbate ha trovato le prove dell’esistenza di una lista di 147 cassette di sicurezza connesse ai più grandi misteri d’Italia: dalla strage di Bologna alla P2, dal delitto Pasolini a Cosa Nostra. Nel libro si racconta chi erano i derubati e come Carminati sia riuscito a creare il grande ricatto allo Stato e alla Giustizia.

Il protagonista del libro è Massimo Carminati (Milano, 31 maggio 1958), esponente del gruppo eversivo d’ispirazione neofascista Nuclei Armati Rivoluzionari e affiliato alla malavitosa organizzazione Banda della Magliana. Ha messo a ferro e fuoco la città di Roma costituendo un gruppo di complici specializzato in piccoli lavori delinquenziali e corruzione. Dopo il colpo al caveau della Banca di Roma del 1999, nel dicembre 2014 viene arrestato dai Carabinieri del ROS insieme ad altre trentasei persone tra cui Salvatore Buzzi, suo braccio destro con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata, corruzione. Alla fine della presentazione del libro lo scrittore Abbate ci ha concesso una preziosissima intervista dalla quale traspare nettamente l’amore per un giornalismo sincero e coraggioso.

INTERVISTATORE:”Quando si è appassionato alla scrittura ?”

ABBATE:”La passione è arrivata nel corso degli anni sin dalla scuola e mi sono innamorato sempre di più di questa forma di comunicazione”.

I.:”Dove e quando preferisce scrivere ?”

A.:”Non ho un luogo particolare”.

I.:”Dove ha tratto ispirazione per il titolo del libro ?”

A.:”Dalle parole di Carminati e dei coindagati che parlavano continuamente della lista”.

I.:”Cosa l’ha spinta all’inizio della sua carriera ad occuparsi di cronaca nera e giudiziaria ?”

A.:”Sarà banale, ma siccome sono cresciuto a Palermo, facendo il giornalista e dovendomi occupare di cronaca e fatti giudiziari, dovevo occuparmi di questo settore”.

I.:”La paura quanto ostacola sia chi indaga sia chi parla ed è pentito ?”

A.:”La paura gioca un ruolo importante su molte persone che hanno il freno tirato proprio per questo, perché hanno paura e timore e non vanno avanti”. 

I.:”Ha qualche consiglio da dare agli aspiranti scrittori ?”

A.:”Consiglio di non avere paura e di scrivere tutto quello che si ritiene giusto per perseguire un obiettivo”.

Eleonora Giannini

Diego de Silva – Divorziare con Stile

“Un tradimento virtuale può essere giudicato dalla legge? “Questa è la domanda attorno alla quale si sviluppa il nuovo romanzo “Divorziare con stile” di Diego De Silva, che riprende la storia di Vincenzo Malinconico, avvocato di poco successo, che, a detta dello stesso scrittore:” Guadagna meno della badante di sua nonna”, occupandosi unicamente di casi che riguardano l’infortunistica sul lavoro e altri meno importanti. In questo nuovo episodio il protagonista è alle prese con il naso rotto dello pseudo-zio Mick, la causa di separazione della sensualissima Veronica, e una cena con i vecchi compagni di scuola, quasi tutti divorziati.

La scelta dell’autore di trattare la tematica del divorzio è dovuta al fatto che sono molto ricorrenti i casi di “tradimento virtuale”, senza che vi sia un vero e proprio contatto fisico. La domanda che pone quindi De Silva ai lettori è: questo tipo di tradimento può essere causa di separazione per colpa? Mentre quest’ultimo è giudicabile nella sfera privata, non lo è dalla legge. Infatti la cassazione non la riconosce al pari di un tradimento concreto.

Benedetta Durigon

Geppi Cucciari e Matteo B. Bianchi  

Due personalità brillanti, originali, profonde e al tempo stesso incredibilmente simpatiche. Così si sono rivelati essere la comica Geppi Cucciari e lo scrittore Matteo B. Bianchi durante la presentazione del suo nuovo romanzo: Maria accanto. Una storia che fa sorridere, ma anche riflettere: alla protagonista Betty, un’ordinaria venticinquenne, appare la Madonna. Non si tratta di un’apparizione dettata da motivi religiosi; Maria è interessata al mondo moderno e riesce a conoscerlo attraverso gli occhi di una giovane qualunque. Una trama in cui comico e tragico si compenetrano, che si è sviluppata nella mente dell’autore assistendo a una mostra di un pittore slovacco. Lo scrittore solito dedicarsi a romanzi di genere autobiografico, stavolta sceglie di cambiare. “È il primo libro nel quale non riconosco me stesso” queste sono state le parole di Bianchi mentre recitava un passo di quest’ultimo insieme a Geppi. Durante l’intervista la comica ci ha illustrato il legame tra arte comica e letteratura: “Credo che arricchire il proprio vocabolario e i propri orizzonti sia una cosa molto utile per qualsiasi genere di lavoro”. (Continua dopo la foto)

La Cucciari spiega come il legame sia l’interscambio sotto il profilo delle parole, dei concetti, dei contenuti e dell’eloquio. Aggiunge, inoltre, che tutto ciò che ti fa spostare il punto di osservazione delle cose ti serve sempre. Geppi ci ha rivelato che il mestiere di comica, che è anche un aggettivo, presuppone una soggettività nel giudizio: ciò che fa ridere alcuni può non suscitare alcunché in altri. Il motivo per cui ha scelto di intraprendere questa carriera è il fatto che le persone siano alleggerite nei loro pensieri e stiano meglio anche solo ascoltandola. La comicità attraverso il linguaggio, uno strumento “leggero”, permette inoltre di trattare argomenti che leggeri non sono. Al termine dell’evento Geppi Cucciari e Matteo B. Bianchi si sono salutati sotto le note degli Street Clerks

Beatrice Carelli

Don Antonio Mazzi – “Dio perdona con una carezza”

È questo il libro recentemente pubblicato da Don Mazzi, con Papa Francesco come figura centrale. L’autore riferisce di averlo conosciuto a Buenos Aires quando ancora era un cardinale. “Un papa non papa” dice, grazie all’umiltà dimostrata fin dall’inizio del suo pontificato che lo ha portato a differenziarsi dai pontefici precedenti.

Don Antonio Mazzi nasce a Verona nel 1929 e afferma di essersi avvicinato alla teologia nel 1956 dopo aver vissuto il disastro dell’alluvione del Po. Inizia a scrivere perché “scrivere è una liberazione” ma non è la sua unica occupazione. Fonda l’associazione Exodus in cui vengono accolti giovani tossicodipendenti.

“Nessuno è irrecuperabile” afferma con convinzione perché la droga è un effetto, non una causa e tutti possono essere salvati.

Raffaele Bruti

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Giorgio Terruzzi – Semplice

Giorgio Terruzzi: “A 20 anni pensi di essere invincibile però rimani ferito e cerchi di ripristinare nel tempo il senso del bene”.  In libreria con “Semplice”. Giornalista e scrittore italiano, Giorgio Terruzzi presenta il suo nuovo libro “Semplice”, pubblicato nell’Aprile 2017, che racconta la storia di sei amici uniti dal rugby ma divisi dalla morte di uno di loro. Il libro è caratterizzato, dunque, da sentimenti forti e determinanti. L’autore afferma che il libro suggerisca di dare attenzione all’altro, perché quello che fai torna, per evitare la solitudine.  I protagonisti della storia hanno preservato qualcosa in comune, che ha curato la perdita dell’amico. Ciò che li accomuna è il rugby, uno sport che ti porta a guardare chi hai dietro.

Terruzzi definisce lo sport come qualcosa che ti permette di conoscere i caratteri ed è un buon allenamento per manifestarsi ed arrivare a fiorire. L’autore si è appassionato alla scrittura fin da quando era molto piccolo, passione che si è sviluppata maggiormente durante le scuole medie ed i primi anni di liceo. Per scrivere i suoi libri affitta una casa per venti giorni, scrivendo dalle sei di mattina fino alle sette di sera, senza parlare con nessuno.  Il titolo del nuovo libro è un omaggio a Tonino Guerra, famoso sceneggiatore il quale afferma che se due persone si vogliono bene si vede e tutto diventa SEMPLICE.

Lo scrittore sceglie il tema di un’amicizia adolescenziale messa a dura prova da una morte prematura poiché è una storia vera, che lui stesso ha vissuto, la quale tratta il tema dell’ “altro”, antidoto della solitudine e del vuoto esistenziale, tema della sua vita. Inoltre, l’autore afferma che la morte può essere qualcosa che, anziché dividere, unisce poiché quest’ultima ci riguarda e viene trattata come momento di riflessione e condivisione ma anche di appartenenza reciproca e può, quindi, trasformarsi in una forza positiva. “Leggere, farsi il culo; se uno non fa niente non arriva a niente e la fatica restituisce sempre”, è questo il consiglio che Terruzzi dà agli aspiranti scrittori. Lo ringraziamo per la disponibilità e per averci indicato un modo SEMPLICE di vedere la vita.

Marina Fucini

Intervista a Monsignor Giovanni Tonucci

L’ Arcivescovo Giovanni Tonucci si è trovato a Viterbo il giorno 28 giugno per presentare come ospite dell’evento culturale Caffeina due dei suoi libri a Piazza del Comune.  Il libro presentato si intitola “Le donne della Bibbia”, tratta gli aspetti meno noti delle Sacre Scritture, ovvero i personaggi biblici femminili, sia dell’antico che del nuovo testamento. Il Monsignor Tonucci dunque raccoglie informazioni dalla Bibbia per la scrittura dei suoi libri da dieci anni, ed ha intenzione di continuare, scrivendo un terzo libro per concludere il suo lavoro. L’idea di scrivere questo libro deriva dall’ incarico a lui affidato di predicare esercizi spirituali  per le suore benedettine di Fano: durante il primo incontro decise di parlarle dell’ importanza delle donne nel mondo cristiano, cominciando dalla figura di Eva.

L’Arcivescovo decise di avvicinarsi alla vita ecclesiastica dopo aver chiesto al parroco cosa si provasse e che effetto potesse fare essere prete, così, tornando a casa e pensando alle risposte date, decise che quella sarebbe stata la sua via. Afferma di essersi appassionato alla scrittura dopo il liceo grazie alla sua decisione di leggere i testi sacri, nonostante dimostrasse sin dal liceo un’abilità non indifferente nello scrivere.  Il consiglio che Tonucci vorrebbe comunicare agli aspiranti scrittori è “l’eliminazione del superfluo nello scrivere”, dunque la chiarezza, mezzo di cui si serve per comunicare nel modo migliore.

 

Giulio Casa


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