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Beppe Fiorello, e chi se l’aspettava? Una vera doccia fredda per la Rai

Beppe Fiorello è un attore di grandissimo talento che siamo abituati a vedere in Rai. Sono 18 anni, per un totale di 21 produzioni, che il fratello di Rosario lavora per il servizio pubblico. È dunque una “svolta storica” nella sua carriera il passaggio a Mediaset con una nuova fiction che andrà in onda su Canale 5. Proprio così: Beppe Fiorello ‘passa’ a Canale 5 con ‘Gli orologi del Diavolo’, le cui riprese sono iniziate a maggio scorso.

L’attore non recitava su Canale 5 dai tempi del suo esordio in tv come comprimario in “Ultimo”. Correva l’anno 1998 e l’anno successivo l’abbiamo ritrovato ne “Il morso del serpente” su Italia 1. Infiniti, invece, i suoi lavori in Rai. Lo ricordiamo in “Brancaccio” (2001), “La guerra è finita” (2002), “Salvo D’Acquisto” (2003), “L’uomo sbagliato” (2005), “Il Grande Torino” (nel ruolo di Valentino Mazzola, 2005), “Il bambino sull’acqua” (2005), “Il cuore nel pozzo” (2005). (Continua dopo la foto)


E poi ancora, tra i tantissimi film per la tv e fiction, in “Il sorteggio” (2010), “La leggenda del bandito e del campione” (sempre 2010), “Sarò sempre tuo padre” (2011), “Volare – La grande storia di Domenico Modugno” (nel ruolo di Modugno, 2013), “L’angelo di Sarajevo” . Nel 2016 in “Io non mi arrendo” , in “I fantasmi di Portopalo” (2017), fino a “Il mondo sulle spalle” nel 2019. (Continua dopo la foto)

Non ci sono conferme ufficiali, ma qualcuno ipotizza che lo ‘strappo’ sia dovuto alle difficoltà di Fiorello di realizzare “Tutto il mondo è Paese”, la fiction ispirata al modello di accoglienza e integrazione della cittadina di Riace e al suo sindaco Domenico Lucano. Quando Rai1 ha interrotto il progetto a seguito delle indagini su Lucano, Fiorello ha alzato la voce su Twitter e manifestato una profonda solidarietà nei confronti del sindaco. (Continua dopo le foto)

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Ora, come detto, Fiorello è impegnato nelle riprese della nuova fiction Mediaset tratta da “Gli orologi del diavolo: Infiltrato tra i narcos, tradito dallo Stato”, il libro scritto da Gianfranco “Gianni” Franciosi con il giornalista Federico Ruffo. Racconta la storia vera dello stesso Franciosi, meccanico navale che nel 2005 è diventato un agente, infiltrandosi per quattro anni tra i narcotrafficanti del boss spagnolo Aurelio. Successivamente, è stato costretto a cambiare identità e sparire nel nulla per sfuggire alla vendetta di Aurelio.

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