Uno studio condotto a livello europeo evidenzia le gravi carenze in materia di protezione degli animali da affezione e la necessità di registrare tutti i cani e i gatti che popolano l’Europa.
I primi risultati dello studio condotto in dodici Stati Membri dell’Unione Europea sono stati presentati recentemente alla seconda Conferenza Europea sul benessere di cani e gatti.
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“Questo studio conferma quello che affermiamo e cerchiamo di combattere da anni”, afferma Piera Rosati, Presidente di Lega Nazionale per la Difesa del Cane. “La tracciabilità attraverso i confini nazionali è una misura essenziale per evitare sofferenze agli animali e il traffico illecito di cani e gatti di cui spesso di perdono le tracce e che vanno a finire in pessime mani. L’Italia su questo è avanti rispetto a molte altre nazioni, grazie all’obbligatorietà di registrare il proprio cane tramite il microchip ma, alle porte del 2016, è necessario che tutti gli altri Stati si adeguino e soprattutto che si crei un database unificato per garantire controlli più rapidi ed efficaci. Inoltre è incredibile che molti Stati dell’UE non prevedano dei requisiti specifici per gli allevatori, che garantiscano la prevenzione della diffusione di patologie e tare genetiche. Auspichiamo che la UE continui su questa strada e segua il suggerimento del parlamentare europeo polacco, destinando fondi per la protezione degli animali, la promozione delle adozioni e la sterilizzazione.”
Tutti i relatori alla Conferenza hanno sottolineato la mancanza di tracciabilità dei cani e gatti nell’UE. Una mancanza che porta a pratiche commerciali scorrette e a maltrattamenti, specialmente con il boom del commercio online di animali da compagnia.
In particolare, gran parte dei relatori sono stati concordi nel sostenere che l’identificazione e la registrazione di tutti i cani e i gatti europei sia l’unico modo per porre fine alle loro sofferenze causate dal traffico illegale.