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A teatro le ”Anime migranti” e le loro storie di dolore senza tempo. Moni Ovadia, Mario Incudine e Annalisa Canfora raccontano quel che è necessario raccontare…

 

Una riflessione corale sulla fratellanza fra i popoli, un viaggio narrativo e musicale nella memoria recente e remota per raccontare in musica e parole il dramma quanto mai attuale dell’immigrazione. In “Anime migranti“, che andrà in scena domenica 11 ottobre a Messina nell’ambito del Sabir Fest, al centro c’è la Sicilia, la Sicilia che ha visto partire e quella che oggi vede arrivare. Da Palermo a Tunisi, da New York a Baghdad, la migrazione in questa prospettiva è uno specchio nel quale si riflette la Storia, una tela di occhi che si scambiano sguardi disperati.

Le facce dei siciliani sui bastimenti per l’America, così come le braccia laboriose nelle miniere del Belgio che hanno fatto grande l’Europa, somigliano come una goccia d’acqua ai volti degli africani approdati sulle coste dello Stivale. Che siano meridionali in cerca di fortuna oltreoceano o extracomunitari appena sbarcati a Lampedusa, l’unica strada percorribile per le ”anime migranti” di ogni tempo e latitudine è la fratellanza degli ultimi, estremo appiglio a cui aggrapparsi per difendere la dignità e il diritto a una vita migliore.

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Al ritmo delle composizioni di Incudine, uno dei personaggi più rappresentativi della nuova world music italiana, l’opera alterna musica e recitazione, canti e cunti, drammi e sorrisi, svelando al contempo i risvolti seri e quelli umoristici della migrazione. Moni Ovadia interviene con canti della tradizione sefardita e con letture, storie e poesie di Erri de Luca e Ignazio Buttitta, mentre all’attrice Annalisa Canfora spetta il compito di dare voce alle madri e mogli dei tanti migranti che hanno lasciato la propria terra, ripercorrendo la loro storia attraverso la lettura di lettere inedite.

Anime Migranti, partito dal Festival Caffeina di Viterbo, ha iniziato un meraviglioso tour tra i più bei teatri italiani e stranieri. E tanto ancora girerà. Questo è il nostro augurio e la nostra speranza. Perché gli spettacoli belli sono tanti ma quelli ‘necessari’ sono pochi. E ”Anime migranti”, oggi, in questo momento di perdita di sensi e valori, è uno spettacolo necessario, perché risveglia le coscienze di tutti noi.

 


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