Nelle tv di milioni di italiani, dall’8 marzo 2022 cambia tutto. Tecnicamente, si entra ufficialmente nella seconda era digitale. Ma cosa significa, in pratica per tutte quelle persone che vogliono semplicemente vedere i loro programmi preferiti? La data di oggi segna lo spartiacque tra due tecnologie che convivranno ancora per tutto il 2022 al fine di liberare la famosa banda 700 Mhz destinata agli operatori di telecomunicazione per lo sviluppo del 5G.
Per dirla in parole povere: sarà possibile adeguarsi fino al 31 dicembre e il passaggio vero e proprio, avverrà nel 2023. Tecnicamente quello che cambia è la codifica video che diventa Mpeg-4 e che sostituirà la tecnologia attuale, Mpeg-2, ritenuta obsoleta per la tv del futuro. Nessun problema quindi per tutti coloro che hanno acquistato una tv dal 2017 in poi. E anche tutte quelle più vecchie, ma già abilitate alla visione dei canali in Hd (quello dal 500 in poi) per tutto il 2022 sono a posto. Dall’anno prossimo, invece, c’è il cambio tecnologico.
Con l’arrivo del sistema di trasmissione DVB-T2, solo i tv prodotti dal 2017 sono abilitati alla visione. Alla fine per sistemare le cose basterà fare una semplice sintonizzazione automatica di canali e le cose andranno tutte al loro posto senza grandi problemi. Almeno per, come dicevamo, tutte le tv relativamente nuove o appena comprate.
Per capire che tipo di tv si hai casa basterà fare un piccolo test: “Prendere il telecomando ed andare sul canale 100; se si vede nessun problema, ma se non si vede nulla, sarà necessario acquistare un nuovo tv o un decoder”. A quel punto, se il televisore non è compatibile ci sono due soluzioni. L’opzione più economica è acquistare un decoder in grado di leggere il nuovo formato di codifica: si trova in commercio anche a 30 euro.
L’alternativa è acquistare un nuovo tv, ma qui i prezzi salgono. Ma attenzione perché per l’acquisto di un decoder il Mise ha stanziato un bonus di 30 euro per le famiglie con reddito Isee fino a 20mila euro e per comprare un nuovo tv c’è uno sconto del 20% sul prezzo d’acquisto, per un contributo massimale di 100 euro. Benvenuti nel futuro, quindi.