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Tutti pazzi per FaceApp, ma ecco i rischi si nascondono nell’app che invecchia

Basta un clic ed ecco visi e chiome riempiersi di rughe e capelli bianchi. Da quando il tormentone FaceApp – l’applicazione che invecchia e ringiovanisce i volti – è tornato a impazzare sul web, molti si sono interrogati sulla questione privacy, sollevando dubbi sulla sicurezza dell’app. Ogni scatto, infatti, potrebbe essere archiviato nei server in uso dallo sviluppatore, la FaceApp Inc. e poi utilizzato in modo non chiaro.

FaceApp è prodotta da Wireless Lab, società basata a San Pietroburgo fondata a diretta da Yaroslav Goncharov, ex dirigente di Yandex, il principale motore di ricerca in Russia. Appena scaricata, l’app chiede l’autorizzazione di accedere alle foto conservate sullo smartphone, in modo da poterle modificare con i filtri, incluso quello dell’invecchiamento. L’applicazione inizialmente non ha fornito informazioni precise su che fine facessero le foto caricate dagli utenti. (Continua a leggere dopo la foto)


La politica sulla privacy, inoltre, come quella di app di questo genere, è un po’ vaga e non fa cenno al Gdpr (il regolamento sui dati dell’Unione europea entrato in vigore nel 2018). Il trattamento privacy di Faceapp, infatti, risale al 2017. Negli Stati Uniti, il leader della minoranza democratica al Senato Usa Chuck Schumer ha spedito una lettera all’Fbi e alla Federal Commission chiedendo l’apertura di una indagine e denunciando “accesso totale e irrevocabile a foto e dati personali” da parte di FaceApp. Schumer ha sottolineato il rischio posto per la privacy di milioni di americani che l’hanno usata e per la sicurezza nazionale, dato che l’app è stata sviluppata (già nel 2017) da Wireless Lab. (Continua a leggere dopo la foto)

Dal canto suo, in una nota, FaceApp ha assicurato che entro 48 ore dall’uso i dati dell’utente vengono cancellati dal suo cloud. “Tutte le funzionalità di FaceApp sono disponibili senza effettuare il login e si può accedere solo dalla schermata delle impostazioni – ha aggiunto la società -. Di conseguenza, il 99% degli utenti non effettua l’accesso e pertanto non abbiamo accesso a dati che potrebbero identificare una persona”. (Continua a leggere dopo la foto)

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FaceApp ha poi rimarcato di non vedere o condividere dati dell’utente con terze parti e che “i dati dell’utente non vengono trasferiti in Russia”. “Inoltre – ha spiegato la società – vorremmo commentare una delle preoccupazioni più comuni degli utenti: tutte le immagini della galleria vengono caricate sui nostri server dopo che un utente concede l’accesso alle foto. Noi non lo facciamo. Carichiamo solo una foto selezionata per la modifica”.

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