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“Lasciatela, non fatele del male!”. Poi, a soli 6 anni, si è scagliato contro quel balordo che voleva stuprare la sua mamma. Ora tutti lo chiamano eroe, ma la storia ha un finale terribile

  • Storie

 

Il Sudafrica è una nazione che ancora oggi versa in difficili condizioni sociali: nonostante sia uscita dall’apartheid nel 1994, quando vennero indette le prime elezioni democratiche del paese, la popolazione nera vive tutt’ora in difficili condizioni rispetto alla minoranza bianca. Tra la popolazione nera, le più colpite da violenza e da condizioni difficili di vita, sono le donne: gli ultimi dati riflettono una situazione disperata. 600mila casi di stupri all’anno e le donne colpite da violenza hanno praticamente ogni età.

Nel gennaio 2013 addirittura era arrivata la notizia che tra le vittime di stupro in poche settimane erano state due donne di 83 e 72 anni.

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Dati preoccupanti quelli diffusi dal governo sudafricano e che preoccupano anche le Nazioni Unite che si erano fatte sentire, tramite il segretario generale, per tentare di far cessare le condizioni disumane in cui versa la popolazione femminile.

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La notizia di oggi è davvero di quelle che lascia a bocca aperta: una donna di 42 anni, avrebbe subito un tentativo di violenza e a difenderla non ci sarebbe stata la polizia locale, ma il figlio di 6 anni. Purtroppo però il molestatore nella sua follia, non ha guardato in faccia nessuno: non appena il piccolo di 6 anni si è messo tra lui e la sua vittima, Teselo Dikole, un sudafricano di 32 anni, lo ha ucciso a furia di botte. A nulla sono serviti i soccorsi della madre, che disperata aveva cercato in ogni modo di proteggere il piccolo figlio.

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La madre, Segomotso Kutlwano, stava accompagnando il piccolo Garesape e suo fratello Thabiso a scuola, quando è stata aggredita. “Ho sentito qualcuno che mi afferrava per le spalle, tirandomi per lo zainetto. Thabiso, mio figlio più grande, ha iniziato a urlare che quell’uomo aveva una bottiglia rotta in mano. A quel punto Kutlwano si è lanciato contro l’aggressore: ha iniziato a dargli calci e pugni gridando di lasciarmi andare.” Dopo questa scena di efferata violenza, il tragico epilogo con l’orrenda uccisione del piccolo Garesape: ”A quel punto l’ho visto strangolare mio figlio, poi ha iniziato a colpirlo con la bottiglia rotta. Kutlwano piangeva, urlava il mio nome e cercava di difendersi. Io mi sentivo impotente e sono corsa sulla strada principale per chiedere aiuto. Quando un gruppo di uomini è arrivato per aiutarci, l’aggressore ha preso in braccio il mio bambino ed è fuggito via: lo ha abbandonato vicino alle rotaie.” Una storia che ha sconvolto tutto il Sudafrica e che sta sconvolgendo il mondo intero. Adesso si attende una decisa reazione del governo, che intanto ha dispiegato le forze dell’ordine che hanno catturato l’omicida. Teselo Dikole finirà molto presto davanti al giudice e dovrà rispondere di omicidio e tentato stupro.

 

“Non posso più andare a scuola. Papà, mamma, non vi dimenticherò mai”, la lettera d’addio di un bimbo di 11 anni commuove la rete. Una storia che deve far riflettere

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