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“Così mio fratello è diventato un kamikaze”. La storia di Blerim Heta

Lo scorso 25 marzo, Blerim Heta si è fatto saltare in aria in Iraq uccidendo 52 persone. Fino a un anno prima nessuno dei suoi familiari avrebbe potuto immaginare che quel giovane  stava per diventare un kamikaze. “Gli hanno fatto il lavaggio del cervello” ripete la sorella Arieta, che ha raccontato alla BBC la metamofosi del ventiquattrenne cresciuto in Kosovo in una famiglia non particolarmente religiosa, ma finito tra le braccia degli estremisti islamici. (continua dopo la foto)


“C’è un ragazzo in particolare, lo vedo qui intorno ogni giorno, è uno di quelli che lo  ha influenzato, portandolo nei posti dove dicono che la jihad è una buona idea. Spero che un giorno venga giudicato per questo”. A un certo punto Blerim ha iniziato a frequentare le moschee in Kosovo e Macedonia, si è fatto crescere la barba, ha indossato abiti tradizionali, poi il 7 agosto 2013 è partito senza avvisare la famiglia. Prima ha tentato di far credere loro di essere andato a cercare moglie inTurchia, poi ha ammesso che era in Siria. (continua dopo la foto)

Nei rari e difficili contatti, Arieta ha finalmente capito quanto il fratello era cambiato. L’ultima telefonata, il giorno prima di morire: “Gli ho chiesto quando sarebbe tornato, mi ha detto ‘Non sapete cosa state facendo, l’unica cosa giusta è l’Islam. Forse domani o dopodomani incontrerò Allah’. Poi ha parlato con mia madre e le ha chiesto di perdonarlo”.


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