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Corre a casa con la sua auto ma supera il limite di velocità e, a un posto di blocco, non si ferma. Gli agenti lo inseguono e, quando lui scende dal mezzo, inizia a fare dei gesti. “È armato”, pensano. E lo freddano sul colpo. Poi la verità

  • Storie

 

Negli Stati Uniti le polemiche attorno alla polizia non sembrano voler cessare. Se da un lato è vero che in alcuni stati americani il tasso di criminalità è a livelli altissimi, soprattutto in alcune zone ad alta eterogeneità culturale, dall’altro l’uso sempre più frequente della forza e delle armi da parte degli agenti, ha scatenato manifestazioni pacifiche contro i “poliziotti cattivi”, e vere e proprie forme di rivolta dalla popolazione, soprattutto quella di etnia afro-americana. Oggi la notizia che arriva dallo stato della Nord Carolina, ha messo altra legna sul fuoco e ha riportato gli agenti al centro delle polemiche.

Polemiche e scontri tra polizia e manifestanti, che avevano già portato la situazione ai limiti del sostenibile: come possiamo ricordare un uomo Micah Xavier Johnson, lo scorso 6 luglio, aveva aperto il fuoco contro gli agenti, dopo l’ennesimo omicidio da parte dei poliziotti ai danni di un afroamericano.

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A Charlotte, stamattina si è scatenata la protesta popolare, e anche questa volta per colpa di un agente che ha di nuovo aperto il fuoco contro un civile disarmato.

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Il ragazzo rimasto ucciso durante la sparatoria, si chiamava Daniel Kevin Harris, giovane sordomuto originario di Charlotte e padre un bambino di quattro anni. Unica sua colpa è stata quella di aver saltato il posto di blocco della polizia locale: il ragazzo avrebbe continuato il suo tragitto fino alla sua abitazione, dove avrebbe finalmente spento il motore. Una volta sceso dalla macchina, raggiunto dai poliziotti, il giovane avrebbe agitato le braccia per provare a giustificarsi, ma il poliziotto pensando che il ragazzo stesse per estrarre un’arma, ha aperto il fuoco colpendolo a morte.

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Il poliziotto solo dopo averne accertato la morte, avrebbe capito che il ragazzo, sordomuto dalla nascita, stava solo cercando di comunicare con il linguaggio dei segni. La famiglia del ragazzo ha espresso il proprio dolore e il proprio sdegno per l’orrenda morte di Daniel, direttamente su Facebook: ”Era disarmato quando il poliziotto gli ha sparato e lo ha ucciso. La sua tragica morte avrebbe potuto essere evitata. La brutalità della polizia non finisce adesso. Mai”. Il fratello ha poi fatto sapere ai giornali: ”Penso avesse solo paura. Non riusciva a sentire il loro avvertimento di stare lontano”. Inoltre altre dichiarazioni sono arrivate anche da parte dei vicini di casa della vittima e testimoni oculari della vicenda: “Si sta sparando su un sordo, su un portatore di handicap. Quello che è successo è assolutamente inaccettabile. Avrebbero dovuto essere abbastanza addestrati per rendersi conto che quella era una situazione completamente diversa”. Il poliziotto Jermaine Saunders, che ora si trova in congedo amministrativo e che è stato sottoposto ad indagine, ha fatto sapere di aver agito in questo modo solo e soltanto perché la vittima non stava eseguendo gli ordini della polizia.

 

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