“Voglio giustizia, e se non me la danno me la faccio da me”. Queste le prime parole, riferite dall’Ansa, della 27enne Domenica Giordano, madre di Fortuna Loffredo, la bambina di 6 anni morta a Caivano che – secondo l’autopsia – ha subito abusi sessuali. Per questo la procura di Napoli indaga per omicidio volontario e violenza sessuale aggravata. “Preferisco andare in galera ma sapere che il mostro non può nuocere più”, ha aggiunto. La madre riprende il racconto di quella terribile giornata: “Ho lasciato Fortuna che giocava al settimo piano quel 24 giugno, eravamo appena tornati da Napoli, e l’ho trovata giù, a terra. Lei non si è buttata giù, l’hanno buttata”. Secondo lei “il mostro è nel nostro palazzo, è impossibile che nessuno abbia visto. Fanno schifo. Chi sa parli”. “Comunque – riprende la donna – non me ne vado da questo quartiere. Ho paura, ma la voglia che ho di giustizia è più grande. Resto, anche se con me ho solo i miei familiari”.
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“Le notizie sulla violenza a Fortuna per me restano tali fino a quando non avrò le carte. Tanto sono sicura che le hanno fatto violenza. Uccidendo lei hanno ucciso anche me e gli altri miei due figli”. Mimma Giordano, affiancata da una sorella e da una zia, parla al sesto piano di uno dei cupi palazzoni del Parco Verde, un quartiere ad alta densità criminale, e dove sono state trasferite famiglie di terremotati del sisma del 1980, provenienti da diverse zone dell’entroterra campano. Tra le mani ha una foto di Fortuna e fa notare la fortissima somiglianza della bambina con lei. “Vedete come è bella? L’hanno uccisa perché era troppo bella”. La mamma di Fortuna non ha mai creduto all’incidente, a una caduta accidentale e già mesi fa esortava a trovare quello che lei stessa definisce “il mostro”. “Tra queste case c’è chi ha visto, che sa cosa è successo al mio angelo. Aiutatemi a sapere”, diceva nell’agosto scorso.