“Avete vinto 5 milioni di euro”. Comprano insieme un Gratta e vinci e subito lo choc della vincita massima. Ma per Pierluigi e Massimo, amici, finisce malissimo. I due infatti si sono ritrovati in tribunale a causa di un litigio riguardante proprio il biglietto vincente. Il litigio ha avuto inizio a Roma, dove i due camionisti, amici, si erano incontrati frequentemente in un bar dopo i loro viaggi di lavoro. Pierluigi e Massimo avevano investito 50 euro a testa in Gratta e Vinci per mesi, sperando di vincere e cambiare le loro vite: “Se vinciamo facciamo a metà”, dicevano.
>> Terremoto di magnitudo 7.4: morti e feriti. Edifici crollati, persone sotto le macerie
Quando hanno finalmente i due hanno vinto, è stato solo uno dei due a prendere ed incassare il biglietto vincente. Pierluigi racconta: “Caddi e mi feci molto male per cui il lunedì non andai a lavoro e non incontrai Massimo che però aveva acquistato cinque gratta e vinci da 20 euro vincendo con un uno e con il numero 19 ben cinque milioni di euro. Mi mandò la foto del biglietto commentando ‘abbiamo svoltato’ ma non è stato così purtroppo”.

Comprano insieme un Gratta e vinci e subito lo choc della vincita
Proprio così: Massimo, che aveva acquistato i biglietti, ha vinto 5 milioni di euro, ma non ha condiviso la vincita con Pierluigi. Quest’ultimo ha cercato di dimostrare che i soldi spesi per acquistare i biglietti erano anche suoi, ma Massimo ha rifiutato di dividere la vincita: “Vallo a dimostrare che quei soldi spesi per acquistare i biglietti erano anche i miei”. Pierluigi ha quindi cercato di chiedere i soldi, ma non ha trovato il posto dove Massimo li aveva nascosti.

La storia risale al 2022, e le cose sono andate a finire malissimo, soprattutto per uno dei due. Con quei soldi Massimo ha aperto un’autofficina e ha assunto Pierluigi che prima del camionista faceva il meccanico: “Non avevo nulla per dimostrare che avevo partecipato all’acquisto di quei biglietti così lo presi come un atto di gentilezza anche se poi ho cercato di chiederli i soldi, comunque cercammo il locale e lo trovammo. Impiegammo appena quattro mesi e l’autofficina dopo la vincita di maggio fu aperta a ottobre”.

Non ha mai ricevuto la parte dovuta (e neanche lo stipendio) e alla fine è diventato disoccupato. Pierluigi ha spiegato ai carabinieri di Castel di Sangro che Massimo voleva vendere l’autofficina appena quattro mesi dopo l’apertura. Pierlugi racconta allora: “Io mi opposi e fui anche minacciato di morte con persone che si sono prese almeno il 60 per cento dell’attrezzatura”. Ora la faccenda si sposta in tribunale e non si sa bene chi avrà la meglio.
Leggi anche: “Destino ingiusto”. Mamma e le sue due figlie morte insieme, la giornata in famiglia è finita in tragedia