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“Addio, mitico”. Lutto nello sport italiano. Se lo è portato via una malattia: “Sarai sempre tra i grandi”

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Aveva 82 anni e se ne è andato a causa di una lunga malattia. Lo avevano soprannominato “la roccia” perché faceva del fisico e dell’abilità in marcatura le sue doti migliori. Vinse cinque scudetti (uno con la Juventus e quattro con l’Inter), due Coppe dei Campioni e due Intercontinentali (con l’Inter), oltre a una Coppa Italia e una Coppa di Lega Italo-Inglese (con il Napoli). Memorabili le sue partite con la Nazionale: i tifosi ricordano il gol alla Germania in semifinale a Messico ’70 e il tentativo di marcare Pelè durate la finale di quei Mondiali (saltò con il braccio in alto pur di evitare il gol).

È morto Tarcisio Burgnich: si è spento nella casa di cura S.Camillo a Forte dei Marmi (Lucca), dove era stato trasferito dopo una degenza all’ospedale Versilia. Era nato nel 1939 a Ruda (Udine) ed esordì in Serie A con l’Udinese, quando aveva solo 19 anni. Si fece conoscere per le sue doti ed approdò dapprima alla Juventus, poi al Palermo e infine all’Inter, dove si consacrò come uno dei migliori difensori del panorama mondiale negli anni ’60. Chiuse la carriera con il Napoli, prima di intraprendere una carriera da allenatore durata oltre 20 anni, che lo portò in giro per l’Italia, da Nord a Sud.

tarcisio burgnich morto


Una volta lasciato il calcio, Burgnich intraprese la carriera di allenatore ma senza grossi successi. Fu tecnico di Catanzaro, Bologna, Como, Livorno, Foggia, Lucchese, Cremonese, Genoa sostituendo Claudio Maselli, Ternana, Salernitana, Pescara e L.R. Vicenza. Dopo aver lasciato il lavoro di allenatore, divenne osservatore dell’Inter.

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L’Inter lo saluta così sul suo sito ufficiale: “Tarcisio Burgnich ha incarnato la forza e i valori del nostro Club e l’Inter ha avuto il privilegio di vederlo lottare per i propri colori: statuario, implacabile, umile e sempre leale. Entrato nella storia della Grande Inter e nella memoria dei tifosi nerazzurri per la grande tempra ed il carattere che mostrava in campo, ha formato con Giacinto Facchetti una delle coppie di terzini più forti del mondo in quell’Inter dove la difesa era un punto fermo, forgiata dal “mago” Herrera con campioni preparati atleticamente e mentalmente per affrontare e fermare ogni tipo di avversario”.

tarcisio burgnich morto
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“Una mancanza pesante quella di Tarcisio – dice Dino Zoff all’AdnKronos -. Ci conoscevamo da tantissimi anni ma negli ultimi anni siamo stati io da una parte e lui dall’altra, l’ultima volta l’ho sentito un anno fa. È la grande perdita di un grandissimo difensore e di un brav’uomo, una grande persona”


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