“Addio leggenda”. Grave lutto nello sport italiano. Il grande atleta che per tre volte fu campione del mondo si è spento all’età di 78 anni. Lo piangono tutti; parenti, amici, tifosi, le massime autorità. Nel 2018 aveva ricevuto dal Coni il Collare d’oro al merito sportivo, massima onorificenza dello sport italiano, mentre tre anni prima, nel 2015, gli era stata dedicata una piastrella tra i grandi dello Sport nel Walk of Fame al Foro Italico. E oggi il presidente del Coni Giovanni Malagò si è unito al cordoglio della famiglia, “interpretando i sentimenti dell’intero movimento sportivo”.
“Non ne ho mai sbagliata una – diceva – Da quando corro, e di titoli mondiali credo di averne vinti abbastanza, mi sono sempre fatto le eliche in casa. Andavo a prendere la fusione e poi le elaboravo modificandole seconda delle caratteristiche del circuito o della gara”. Ha stabilito nel corso della sua carriera undici record mondiali, ricevendo per cinque volte il premio “Chevron Sportsman dell’anno”, come miglior atleta.
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Lutto nello sport italiano, se ne va uno dei più campioni grandi. Tutti in lacrime
È morto oggi, venerdì 6 settembre, all’età di 78 anni Renato Molinari, uno dei più grandi campioni della motonautica italiana. Nato a Nesso, sul lago di Como, nel 1946, è cresciuto tra i motoscafi: il padre Angelo infatti disegnava e costruiva imbarcazioni, oltre ad essere pilota di motonautica. Da tempo viveva, però, lontano dalle acque, in Monferrato.
Molinari aveva iniziato la sua carriera iniziata 1964, a soli 18 anni. Dopodiché ha vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere, dai campionati di Formula 1 (tre titoli tra il 1981 e il 1984) alle classiche: la 24 ore di Rouen — lungo la Senna, intorno all’isola Lacroix — e la 6 ore di Parigi (vinte quattro volte ciascuna). Quest’ultima era considerata la corsa più iconica per la motonautica. Molinari vinse inoltre la Pavia-Venezia (tre vittorie) con il record della corsa, la 9 ore di Parker, il Trofeo Duca di York a Bristol e la Centomiglia del Lario.
Nessuno può vantare un palma res come il suo. Dopo la brillante carriera da sportivo, nel 1985 ha debuttato come general manager del team Nordica, per poi tornare in barca nello stesso anno su un catamarano da lui stesso progettato: il Falcon 46. È stato inoltre direttore tecnico del circuito delle Formule 1, 2 e 3.