Gli italiani, quelli che non lo conoscevano già, lo hanno scoperto di recente, incollati davanti al televisore per seguire le sue imprese sportive alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Lui, Daniele Lupo, 25 anni, si è appena qualificato per la storica finale di beach volley che regalerà all’Italia l’ennesima medaglia di questa spedizione. I tifosi, ovviamente, sperando nell’oro. Sulle pagine della Gazzetta dello Sport, l’atleta si è lasciato andare a un lungo racconto della sua carriera.
A colpire è soprattutto un passaggio, quello in cui spiega come ha affrontato una brutta, bruttissima malattia.
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Sì perché Daniele nel marzo 2015 si stava preparando per il Mondiale in Olanda, quando un problema al ginocchio rallenta la sua preparazione. Sembrava una cosa da nulla, invece ecco la terribile diagnosi: un tumore. “La settimana dopo saremmo dovuti partire per un ritiro a Tenerife – ha raccontato – e così ho deciso di andare a farmi vedere in ospedale”.
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“Era un venerdì pomeriggio, mi hanno lasciato andare a casa solo perché c’era di mezzo il fine settimana. Lunedì mattina ero già ricoverato, il martedì mi hanno operato”. Per fortuna, Lupo questo match lo chiude quasi subito: niente metastasi, niente chemioterapia. “Sono giorni – confessa – in cui fai pensieri che mai avevi nemmeno sfiorato”.
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Ora insieme al compagno Nicolai contenderà al Brasile il gradino più alto del podio, con una nazione intera a fare il tifo per lui: “Certe cose accadono per insegnarti qualcosa. Io ora non ho più paura di nulla, quella storia mi ha rafforzato come persona e come atleta”.