Le Olimpiadi di Rio sono finite da ormai dieci giorni e tutte le medaglie sono state assegnate tra polemiche, trionfi e ovazioni di folla. Dieci giorni dopo si fanno i conti del medagliere: regina assoluta delle olimpiadi è la nazionale statunitense che chiude al primo posto con 121 medaglie, di cui 46 ori. Dietro al colosso americano, al secondo posto nella classifica ha chiuso il Regno Unito con l’ottimo risultato di 67 medaglie raccolte, di cui 27 ori. Al terzo e ultimo gradino del podio la Cina, che incassa 70 medaglie ma solo 26 ori.
L’Italia invece ha chiuso con un lusinghiero nono posto con le sue 28 medaglie e i suoi 8 ori. Un risultato che poteva essere di certo migliore e che ha aperto un vero e proprio dibattito sulle prossime Olimpiadi e sulle aspettative sempre più alte che vengono riposte sulla futura spedizione azzurra.
(Continua a leggere dopo la foto)
{loadposition intext}
Nella top ten delle vincitrici, a sorpresa, entra la Repubblica di Corea che grazie ai suoi 9 ori, ci precede in classifica e sfoggia un ottavo posto quanto mai meritato.
(Continua a leggere dopo la foto)
A non entrare nemmeno nel medagliere e nella classifica delle nazioni vincitrici è stata la piccola nazione dello Zimbabwe. E attorno alla spedizione olimpica del suo paese, il dittatore Robert Mugabe ha aperto un vero e proprio caso politico e giudiziario. Il padre-padrone della piccola nazione africana è al potere da 37 anni ininterrottamente e governa praticamente incontrastato sul paese. Da quando ha preso il potere nel lontano 1980, il paese non ha conosciuto altro potere se non quello di Mugabe e proprio il dittatore ha deciso di multare l’intera spedizione olimpica di ritorno da Rio.
(Continua a leggere dopo la foto)
Il motivo è abbastanza semplice e lo ha spiegato bene in un suo intervento pubblico, che spiega l’arresto degli atleti olimpici: “Ci hanno fatto sprecare denaro pubblico, entro i prossimi dieci anni dovranno restituirlo. Mica li abbiamo mandati alle Olimpiadi a fare turismo”. Se poi si aggiunge il fatto che un vicino paese africano ha riportato a casa almeno una medaglia, la cosa si fa ancora più grave: “Se non siete pronti a sacrificarvi, e a vincere almeno una medaglia di legno come hanno fatto i nostri vicini del Botswana, allora ci fate buttare via i nostri soldi”. Il dittatore che gode praticamente dell’appoggio incondizionato dell’esercito e della popolazione, ha chiuso ogni possibile dibattito sulla questione, ponendo una questione di principio: “Non c’era bisogno di recarsi in Brasile per fare folklore, cantare l’inno nazionale e sventolare la nostra bandiera, se era per questo avremmo mandato almeno delle belle ragazze, e dei bei ragazzi”. Una situazione paradossale che farebbe gridare allo scandalo il mondo intero, ma in Zimbabwe sembra tutto normale.
