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Sport italiano in lutto. Addio a una leggenda, protagonista di trionfi che hanno fatto la storia

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Cesare Salvadori Morto Leggenda Scherma Italiana

Il mondo dello sport italiano piange la morte di una figura di spicco, una vera e propria leggenda nella sua disciplina. Proprio mentre le Olimpiadi di Tokyo 2020 giungevano alla sua conclusione, se n’è andato per sempre lasciando tutti nella tristezza più grande. Nel suo curriculum sportivo ci sono numerosissimi successi, che gli hanno permesso di raggiungere una fama indiscussa. Sono infatti rimasti negli annali della storia quei trionfi, che per tantissimi anni lo hanno accompagnato nel suo percorso.

In particolare, ha vinto nel 1964 alle Olimpiadi di Tokyo e nel 1968 a Città del Messico due medaglie d’argento e poi ha raggiunto l’apice nel 1972 a Monaco ottenendo l’oro. Dal 2015 era Collare d’oro al merito sportivo, ma il suo nome è impresso anche nella mente di tutti i tifosi e gli abitanti della città di Torino. Infatti, grazie al suo prezioso contributo è avvenuta la ricostruzione dello stadio ‘Filadelfia’ del Grande Torino. Lui è stato presidente della Fondazione Filadelfia per 4 anni, dal 2013 al 2017.

Cesare Salvadori Morto Olimpionico Scherma


Addio dunque a Cesare Salvadori, la leggenda del mondo della scherma italiana. Aveva 79 anni e ne avrebbe compiuti 80 nel prossimo futuro, il 22 settembre. Proprio nella capitale giapponese, nel 1964, riuscì ad ottenere la medaglia d’argento e il suo decesso è giunto in un giorno simbolo, subito dopo la chiusura dei Giochi di Tokyo. Era come detto apprezzatissimo dai sostenitori granata per il suo impegno e la sua dedizione nel rimettere in piedi lo storico impianto di calcio, tornato a splendere.

Cesare Salvadori Morto Leggenda Scherma

Dopo aver appreso della notizia della scomparsa di Cesare Salvadori, la Federscherma lo ha ricordato così: “Lascia un ricordo che accomuna in una rispettosa tristezza chiunque ne abbia apprezzato le doti umane oltre che la storia pluridecorata. Avrebbe compiuto 80 anni a settembre, non ha fatto in tempo e però alla memoria dello sport e dei suoi appassionati ha consegnato moltissimo con le proprie gesta nella sciabola, l’arma della sua vita che cominciò a praticare per ‘colpa’ di portaombrelli rotto e di Janos Kevej”.

La Federscherma ha aggiunto su Cesare Salvadori: “Il ricordo va ad un’altra Olimpiade di Tokyo, nel 1964, quando fu per la prima volta argento insieme a Calanchini, Calarese, Chicca e Ravagnan, risultato bissato quattro anni dopo prima dell’oro di Monaco 1972. A chi gli ha voluto bene l’abbraccio commosso di tutta la famiglia della scherma italiana”.

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