L’Europa torna a tremare, colpita al cuore, in una delle sue capitali, dalle bombe dei terroristi. E così, dopo gli attacchi di Bruxelles che hanno provato al momento 34 morti e oltre 100 feriti, ecco scattare l’allarme in vista dei prossimi Europei di calcio, in programma in Francia a partire dal prossimo 10 giugno.
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Raggiunto dalla notizia dell’attentato, il ministro degli interni francese Cazeneuve ha infatti parlato di “alto livello di minaccia” per quanto riguarda l’importante manifestazione sportiva: “gli attentati in Belgio ci ricordano l’alto livello di minaccia a cui siamo di fronte”. Da Bordeaux a Lille, passando per Marsiglia e Parigi, il torneo attraverserà per intero un Paese colpito già due volte, il 7 gennaio (redazione di Charlie Hebdo) e 13 novembre (Bataclan e altri punti della capitale).
“Non possiamo innalzare continuamente un livello di allerta che è già molto alto da gennaio 2015” ha concluso il ministro. E così c’è l’ipotesi che siano presi provvedimenti più drastici, col rischio di assistere a una manifestazione fantasma senza tifosi sugli spalti. A confermarlo è il vicepresidente della Uefa, Giancarlo Abete, che ha ammesso: “Il rischio porte chiuse c’è, ma gli Europei si faranno. l problema della sicurezza è primario per tutti quanti noi, l’evento sportivo si colloca in una dimensione residuale rispetto al tema sicurezza verso tutti i cittadini”.
Tra i primi calciatori a commentare l’accaduto c’è l’attaccante del Chelsea Pedro, in forza alla nazionale spagnola: “Vogliamo esprimere la nostra solidarietà alle famiglie delle vittime e al Belgio in un momento difficile e di sgomento. Non viviamo un’epoca tranquilla ma dobbiamo andare avanti e avere fiducia nella sicurezza in ciascun Paese, per far sì che nulla possa accadere. Per questo penso e spero che Euro2016 sarà ben protetto e dobbiamo pensare a giocare. Speriamo che non si ripetano situazioni di tensione agli Europei”.
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