Era chiamato ”l’uomo con le ali” perché scalava le montagne senza una gamba. È morto, probabilmente travolto da una frana di sassi, Oliviero Bellinzani mentre il suo compagno di scalata è rimasto illeso. Aveva una grandissima passione per la montagna e neanche la mancanza di una gamba gli aveva impedito di scalare le cime più famose. La conferma della morte di Bellinzani è arrivata sia dal Cai di Luino, dove Bellinzani viveva, sia dalla figlia Xania che sul suo profilo Facebook ha scritto: ”Oliviero, mio padre, ieri ci ha lasciati. Il vento lo ha preso con sè – ha scritto – Il dolore è immenso come il vuoto che lascia alla sua famiglia e a tutta la comunità montanara. Ci rimangono i suoi sogni e tutta la forza di volontà che solo lui sapeva trasmettere a tutti noi”.
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Come ricorda il Cai di Luino, Bellizani ”ha raggiunto traguardi alpinistici di difficile realizzazione anche per alpinisti con entrambe le gambe, come il Grand Capucin per la Via degli Svizzeri, il Dente del Gigante, il Cervino sia per la Cresta del Leone e che dalla Cresta Hornli, il Monte Bianco in solitaria, il Pizzo Badile per lo spigolo nord, la Punta Dufour nel Monte Rosa, la Piccolissima nelle Tre Cime di Lavaredo per la Via Cassin, solo per citarne alcune”. Bellinzani è morto mentre si trovava poco sotto la cima del Grauhorn, vetta delle Alpi Lepontine in Svizzera.