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“Ora lockdown locali”. Coronavirus, Walter Ricciardi: “Le attuali misure non servono”

“Il virus dilaga incontrollato in alcune aree del paese. Servono lockdown locali, le misure adottate non sono sufficienti”. Sono le parole di Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, a Omnibus su La7. “L’insieme delle misure sono un passo avanti ma non sono sufficienti per affrontare la circolazione del virus in questo momento.

Le misure vanno prese in maniere proporzionata alla circolazione del virus e in alcune aree del nostro paese in questo momento il virus dilaga incontrollato. In alcune zone l’indice di contagio è 2,5, significa che la trasmissione del virus è esponenziale e c’è bisogno di misure più aggressive. Non lo dico io, lo dice uno studio pubblicato da colleghi dell’università di Edimburgo su Lancet dopo l’analisi delle esperienze di 131 paesi in questi 7 mesi”, afferma. (Continua a leggere dopo la foto)


“Quando la circolazione del virus ha dimensioni che ha per esempio ora in Italia, Francia e Spagna, l’unica cosa che serve per rallentare l’indice di contagio è un lockdown, naturalmente non va fatto in modo generalizzato ma dove il contagio è alto: il lockdown lo rallenta del 24%, una chiusura mirata delle scuola aumenta la diminuzione del 15%. Lo smart working obbligatorio, nel pubblico e nel privato, influisce per il 13%. La limitazione dei mezzi pubblici diminuisce l’indice di un altro 7%. Gli effetti si vedono dopo 8 giorni”, spiega. (Continua a leggere dopo la foto)

“Con l’insieme di queste misure, in aree come Milano, Napoli e Roma saremmo in grado di dimezzare l’indice di contagio. Con un indice a 2,5 si va ad un raddoppio dei casi ogni 2-3 giorni, già ora è insostenibile per i servizi sanitari di alcune aree. Figuriamoci tra una settimana o 10 giorni, se non dovesse interrompersi questo indice di contagio”, conclude. (Continua a leggere dopo la foto)

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Una buona notizia però arriva sempre su Omnibus da Piero Di Lorenzo, presidente dell’Irbm di Pomezia, il centro che ha sviluppato insieme all’università di Oxford il candidato vaccino prodotto da AstraZeneca, che dice: “Entro giugno 2021, tutti quelli che vorranno vaccinarsi in Italia potranno farlo”.

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