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Tinture, prodotti per capelli e rischio tumore al seno: i risultati degli ultimi studi. Cosa si è scoperto

  • Salute
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I prodotti per la bellezza femminile – e maschile – sono ormai tantissimi. Creme, unguenti, balsami, shampoo e chi più ne ha più ne metta. La cosmesi è un mercato sempre più florido e i marchi a disposizione sono davvero numerosissimi. Recentemente, però, alcuni studi hanno evidenziato dei rischi nell’utilizzo di alcuni prodotti. Gli epidemiologici, in particolare, studiano da oltre 40 anni gli effetti di alcune sostanze presenti in tinte e prodotti per capelli.

Si è studiata così la possibile correlazione di queste sostanze con l’insorgenza di tumori al seno. Proprio recentemente sono stati pubblicati gli ultimi risultati di questi studi. “L’attenzione ai prodotti per capelli, in particolare per le tinte, era emersa molto forte alla metà degli anni ‘70” spiega Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica ed Epidemiologia all’Università Statale di Milano.

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“Era stato appena introdotto infatti – le parole di La Vecchia – un nuovo test di mutagenesi (il test di Ames, inventato da Bruce Ames), che permetteva di testare in modo molto semplice qualsiasi sostanza per capire se potesse danneggiare il DNA e indurre potenzialmente, in vitro, lo sviluppo di tumori. Furono testate moltissime sostanze: si scoprì così che alcuni coloranti per capelli contenevano mutageni e, di conseguenza, furono considerati dei sospetti cancerogeni”. Per fortuna, però, quelle sostanze furono tolte dal mercato e sostituite.

Successivamente si è cercato di capire se l’uso di queste sostanze avesse avuto conseguenze sulla salute delle donne fino a quel momento. “Capire se le tinte avessero aumentato il rischio di cancro al seno – dice ancora il professore della Statale di Milano – è stato uno dei motivi per cui negli Stati Uniti è nato il Nurses’ Health Study, uno dei più ampi e famosi studi osservazionali di coorte mai condotti”.

Un altro studio, il “Black Woman’s Health Study” ha preso in considerazione parabeni e ftalati ipotizzando che questi interferenti endocrini potessero essere associati al tumore al seno. Ebbene i risultati parlano chiaro: “In generale, quello che emerge dai dati di tutti questi studi, che continuano ad essere giustamente analizzati, è che anche per chi ha usato tinte e liscianti prima degli anni ‘80 non sembra esserci aumento del rischio, e a maggior ragione dopo”.

Sempre Carlo La Vecchia, però, aggiunge: “sembra esistere un unico studio (sebbene su grandi numeri) i cui risultati hanno rilevato un rischio più alto della norma, ma limitatamente alle donne che ne fanno un utilizzo frequente e hanno familiarità con il cancro del seno. Lo studio è stato però condotto negli USA dove i regolamenti sui componenti chimici delle tinture sono diversi da quelli europei e, in genere, meno restrittivi”.

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