Una gallina di nome Ilaria viveva in libertà presso un fattore. Purtroppo, venne il giorno in cui il fattore decise di venderla. Da quel momento la sventurata creatura si trovò prigioniera in un allevamento intensivo di galline ovaiole, costretta a fare uova continuamente sotto la sorveglianza di tipi loschi. Questa è l’antefatto de “Il sogno di Ilaria” di Luigi Civita. Nelle prime righe del libro, l’autore ci racconta di un uovo che rotola giù dalla collina, sfuggendo fortunatamente a tutti gli ostacoli che incontra durante il suo rotolare, fino ad entrare nel cortile della tremenda Memena, dove attira la curiosità del giovane Tritolo. La sua corsa appena terminata si trasforma in nuova coreografia: il palleggiarsi tra una zampetta e l’altra del gatto, che lo ha scambiato per una pallina. Tra una disavventura e l’altra, finalmente la schiusa dell’uovo e la nascita di Piopio. Ma la disavventura non è ancora finita. Piopio appena nato si troverà ad affrontare una lotta per la sopravvivenza. Nel raccontare questa semplice storia, l’autore affronta anche il tema della diversità. L’amicizia tra il gattino e il pulcino non è un amicizia nel senso stretto del termine perché le due creature appartengono a due mondi diversi. Il gatto che ha una natura predatoria si trova a vivere una situazione di conflitto. Da un lato vorrebbe papparsi il pulcino, dall’altro però interviene in qualche modo un sentimento di empatia. E poi c’è la bambina, che conosce il linguaggio degli animali, è una sua dote naturale: senza che nessuno glielo abbia insegnato, riesce a comunicare con loro…
Luigi Civita
Il sogno di Ilaria
La Quercia,2013, 65 p.
€ 10,00