I pazienti Covid-19 di tutte le età, positivi al virus Sars-Cov-2 o dopo aver superato l’infezione, possono sviluppare una sindrome infiammatoria multisistemica simile alla MIS-C, una condizione che nei bambini mostra sintomi analoghi alla malattia di Kawasaki. Lo indicano i risultati del nuovo Rapporto settimanale su Morbilità e Mortalità (MMWR) pubblicato negli Usa dai Centri di Prevenzione delle Malattie (CDC), riconoscendo nei pazienti adulti una condizione iperinfiammatoria, denominata sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-A).
Il rapporto prende in esame 27 casi, tra segnalazioni e case report, di persone con diagnosi di Covid-19 o infezione pregressa che hanno mostrato gravi sintomi cardiovascolari, neurologici, al sistema gastrointestinale e manifestazioni dermatologiche della malattia, spesso senza tosse o alcun segno di grave malattia respiratoria. Alcuni pazienti hanno riferito di aver avuto febbre, dolore toracico e sofferto di disturbi allo stomaco. (Continua a leggere dopo la foto)
“Sebbene l’iperinfiammazione e la disfunzione d’organo extra-polmonare siano state descritte in adulti ospedalizzati con Covid-19 grave, queste condizioni sono generalmente accompagnate da insufficienza respiratoria – si legge nel rapporto – . Al contrario, i pazienti qui descritti avevano sintomi respiratori minimi”. C’è incertezza su fatto che MIS-A rappresenti una manifestazione di infezione acuta o un fenomeno esclusivamente post-acuto. (Continua a leggere dopo la foto)
“Nei pazienti che hanno riportato sintomi di Covid-19 prima dell’insorgenza di MIS-A, l’infiammazione multisistemica è stato riscontrata circa 2-5 settimane dopo – sottolinea il rapporto – . Tuttavia, 8 pazienti con MIS-A non hanno riportato sintomi respiratori precedenti, rendendo difficile stimare quando si fosse verificata l’infezione iniziale e il tempo intercorso tra il contagio e la comparsa di MIS-A”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Questa condizione, fanno notare i CDC, è simile alla sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini (MIS-C). “I medici dovrebbero considerare l’infiammazione multisistemica MIS-A all’interno di una diagnosi differenziale più ampia quando si prendono cura di pazienti – aggiunge il rapporto – . Come nei casi di MIS-C, la maggior parte sopravvive (24 su 27 pazienti) ma è associata a ricevere cure in contesti sanitari acuti e spesso intensivi ”.
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