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“Lockdown totale per tutta l’Italia”. Coronavirus, l’appello dei medici

“L’Ordine dei medici chiede il lockdown totale in tutto il paese”. Ad annunciarlo il presidente della Federazione nazionale degli Ordini, la Fnomceo, Filippo Anelli. “La situazione è drammatica, a volte tragica ed è in continuo peggioramento, necessita di assoluti interventi rapidi. In certe aree metropolitane il lockdown va fatto subito. Zona rossa a Napoli? L’avrei fatta 2 settimane fa”, sottolinea Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, sull’emergenza coronavirus in Italia. “Non si possono vedere immagini di persone nelle piazze, nelle strade, sul lungomare, senza mascherina, una vicina all’altra”.

“Vanno rafforzate le presenze di medici e infermieri dove è necessario, perché si stanno infettando medici e infermieri e stiamo perdendo le prime linee”, ha aggiunto. “Ho firmato ordinanze pesanti e sono pronto a firmarne ancora se sarà utile per il nostro Paese”, ha sottolineato dal canto suo il ministro della Salute Roberto Speranza sottolineando che “in queste ore si sta affermando un’idea per cui fare delle misure, scegliere delle restrizioni significa fare qualcosa di sporco. Dobbiamo rovesciare questa idea: significa salvare la vita delle persone, significare aiutare la popolazione e i medici che sono in difficoltà”. (Continua a leggere dopo la foto)


“Noi – ha detto ancora Speranza – abbiamo bisogno che tra le persone torni lo spirito di consapevolezza di marzo. Il virus circola dappertutto. Stare in zona gialla non significa stare in zona verde o stare in un porto sicuro. Le difficoltà ci sono in tutti i territori. Se non invertiamo la curva, il nostro servizio sanitario nazionale andrà in crisi”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Dobbiamo ridurre drasticamente le relazioni sociali”, ha aggiunto. “Ci sono le ordinanze dei ministri e dei presidenti di Regione, c’è il lavoro dei sindaci che è straordinario e prezioso, ma alla fine quello che ha fatto la differenza a marzo e aprile è stato il comportamento individuale”, ha continuato il ministro. (Continua a leggere dopo la foto)

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E sulla possibilità che le Regioni comunichino dati incompleti o non corretti sulla diffusione del coronavirus, Speranza è netto: “Siamo nel rapporto tra istituzioni. Sarebbe un reato molto grave dare dati falsi e penso che nella relazione corretta fra istituzioni le Regioni debbano necessariamente dare dati corretti. Dopodiché anche da parte della cabina di regia c’è un momento di approfondimento, verifica e controllo”.

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