È conosciuta come la ”Sindrome di Wendy” o della ”crocerossina”, cioè quella tendenza che porta le persone a fare di tutto per compiacere gli altri, soprattutto il proprio partner, andando spesso ben oltre i limiti della razionalità. Si tratta di un insieme di fattori, di comportamenti e sentimenti che si associano anche alla ben più conosciuta ”Sindrome di Peter Pan”. Il bisogno di prendersi cura del proprio partner, di fare tutto per lui e di dare priorità alle sue necessità piuttosto che alle nostre è qualcosa che oggigiorno si verifica molto frequentemente. Sono troppe le donne che commettono l’errore di ”amare troppo” il proprio partner, perdendo in questo modo la loro autostima. Per capire bene è necessario fare un salto indietro alla storia di Peter Pan. Peter è un bambino che non vuole crescere da adulto; Wendy è la ragazzina che fin dal primo istante cuce l’ombra di Peter Pan, per evitare che lui la perda di nuovo, che si preoccupa di pulire la sua casa, per ospitare i bambini sperduti. Fa di tutto per gli altri, perché questo la rende felice.
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Ecco le caratteristiche che definiscono le persone con la sindrome di Wendy: sentono il bisogno di prendersi cura degli altri, perché è in questo modo che sentono di poter fare felici gli altri; danno priorità alle necessità degli altri piuttosto che alle proprie, e per questo sacrificano le loro passioni e anche ciò che per loro è più importante; per queste persone, prendersi cura di qualcuno è un modo per offrire amore e lo fanno, quindi, liberamente e perché lo vogliono. Nessuno gli impone di prendersi cura degli altri. Tuttavia, si trovano bene con un partner con la ”Sindrome di Peter Pan”, ovvero, uomini immaturi che si lasciano curare, che non vogliono responsabilità e per cui è comodo contare su di una partner che si faccia carico di tutto, bambini inclusi. Le persone con la ”Sindrome di Wendy” hanno paura, sopratutto, di due cose: che gli altri smettano di sentire il bisogno di loro e di rimanere sole. L’idea di non avere nessuno di cui prendersi cura le terrorizza, perché solo in quel modo loro si sentono utili e offrono amore. Grazie a questo, vedono loro stesse come valorose e indispensabili. Naturalmente, la ”Sindrome di Wendy” non dipende da un solo fattore, ma piuttosto è il frutto di una mescola di variabili tra le quali si distinguono: l’educazione ricevuta, le caratteristiche della personalità, le esperienze di vita vissuta e le circostanze di vita attuali nelle quali è immersa la persona. Questa tendenza suole iniziare a manifestarsi alla fine dell’adolescenza.